Labas

Da un lato i “senza casa” Làbas e Crash, ma con prospettive diverse, dall’altro Xm24, che una casa (per il momento) ce l’ha, ma è nel mirino dell’Amministrazione comunale. Come procedono le trattative e quale sarà il destino dei tre centri sociali bolognesi? Ecco le ultime notizie.

La fase della guerra acuta ai centri sociali bolognesi sembra superata, ma dire che le acque si sono calmate sarebbe mentire. Dopo un’estate caldissima, che il 30 giugno ha visto la scadenza dell’ultimatum dato dalla giunta all’Xm24 di via Fioravanti e nell’8 agosto ha visto il duplice sgombero di Làbas da via Orfeo e Crash da via della Cooperazione, ora l’autunno potrebbe portare qualche novità, non tutte positive, per i centri sociali.
Gli ultimi giorni della settimana scorsa sono stati molto importanti perché qualcosa si è mosso su vari fronti.

Giovedì 9 novembre l’assessore Matteo Lepore e il presidente del Quartiere Navile Daniele Ara hanno incontrato attivisti ed attiviste di Xm24. Un contatto che è venuto dalla stessa Amministrazione, dopo 346 giorni che nessuno da Palazzo D’Accursio si faceva vivo, come sottolineano da via Fioravanti 24.
Il centro sociale era “in regola” fino al 31 dicembre scorso, quando il Comune ha deciso di non rinnovare la convenzione per una presunta “incompatibilità col quartiere”. Di lì l’ultimatum fissato al 30 giugno. Nel frattempo, il sindaco Virginio Merola ha lanciato la boutade di realizzare una caserma al posto del centro sociale (subito sgonfiatasi) e una partecipatissima campagna in difesa dello spazio.

Secondo il report di attiviste e attivisti, nell’incontro di giovedì scorso Lepore e Ara non hanno avviato un confronto vero e proprio. L’Amministrazione continua a porre come pre-requisito per una discussione l’abbandono degli spazi di via Fioravanti 24. L’assessore ha parlato di un progetto culturale per quelle strutture, ma non ha fornito dettagli.
Al centro sociale è stata offerta un’altra collocazione, sempre nel Quartiere Navile, ma non si sanno il luogo, la collocazione, le dimensioni e le caratteristiche di questa eventuale struttura. Men che meno i tempi.
La convocazione dell’incontro da parte di Lepore e Ara, dunque, potrebbe avere avuto uno scopo esplorativo per sondare ancora una volta le posizioni e l’atteggiamento del centro sociale che, dal primo minuto, ha sempre detto di non volersi spostare da lì.

Venerdì scorso, 10 novembre, invece, è stata una giornata piuttosto movimentata per Crash e Làbas, che oltre alla data dello sgombero hanno temporalmente condiviso anche quella della mobilitazione.
Dopo la grande manifestazione promossa dagli ex occupanti di via Orfeo, a cui hanno partecipato però tutti gli spazi sociali bolognesi, il 9 di settembre, erano riusciti a strappare al sindaco la promessa di un’assegnazione provvisoria, visto che la proposta dell’ex-Staveco sembrava un miraggio troppo lontano ed incerto.

L’assegnazione, formalmente, non è ancora arrivata, ma pochi giorni fa è uscito un bando per gli spazi di Vicolo Bolognetti – un tempo sede del San Vitale e ora pressoché vuoti per l’accorpamento previsto dalla riforma dei Quartieri – che gli osservatori hanno definito “su misura per Làbas”.
In effetti le caratteristiche per accedere al bando ricalcano molti dei progetti che erano in essere nell’ex-caserma Masini, ma la competizione per gli spazi di Vicolo Bolognetti non è esente da concorrenza. Una su tutte quella del noto Otello Ciavatti, che starebbe provando a “strappare” il posto insieme ad una rete di associazioni.

Proprio negli spazi di Vicolo Bolognetti, venerdì scorso, è cominciata una tre-giorni di Làbas, che in questo novembre avrebbe compiuto cinque anni di attività. Attiviste ed attivisti dell’ormai ex centro sociale di via Orfeo hanno parlato apertamente di una nuova sfida per Vicolo Bolognetti e nello scorso week end sembrano aver voluto prendere “confidenza” con il nuovo spazio.
Il bando scade fra poche ore e presto dunque si saprà se quello sarà la destinazione, almeno provvisoria, di Làbas.

A poche centinaia di metri da Vicolo Bolognetti, però, sempre venerdì scorso è stata occupata l’ex-stazione Veneta di via Zanolini  e a portare a termine l’azione è stato Crash.
Il laboratorio che aveva sede in via della Cooperazione ha spiegato che si tratta di un’occupazione “di garanzia”, che dovrebbe servire a far partire una trattativa, che fino a questo momento non è decollata.
Al ritorno dalle vacanze estive, infatti, il presidente del Navile Ara aveva dichiarato quali erano le intenzioni dell’Amministrazione. Intenzioni diverse da quelle manifestate nei confronti di Làbas, ma un ruolo di mediazione tra soggetti privati e il centro sociale, al fine di individuare un nuovo spazio da affittare.

Nulla di tutto questo, stando alle dichiarazioni degli attivisti, è avvenuto e Crash, dopo aver dato vita a due serate partecipatissime in piazza Verdi, con concerti e letture di artisti che si sono spesi per la causa della realtà afferente all’area dell’autonomia, ha perso la pazienza.
Di qui l’occupazione dell’ex-Veneta, un luogo già occupato in diverse occasioni negli ultimi anni, ma subito sgomberato.
La reazione del sindaco Merola al gesto radicale del collettivo è stata negativa: “Chi vuole dialogare non occupa”, ha detto il primo cittadino.

Questa mattina, sotto la pioggia battente e il freddo, le forze dell’ordine si sono presentate in via Zanolini per sgomberare la nuova occupazione. Alcuni attivisti sono saliti sul tetto, mentre gli altri tentano di resistere per strada.

La situazione dei tre centri sociali, dunque, è diversificata ma in divenire. Difficile pronosticare l’esito di ciascun percorso perché al momento il progetto organico sugli spazi sociali, promesso a più riprese dalla giunta comunale, non si è visto.
In ogni caso dobbiamo aspettarci settimane, forse mesi, ancora molto movimentati.