Il Quartiere Santo Stefano aveva autorizzato e finanziato la realizzazione del murale di via Majorana attraverso un patto di collaborazione con Serendippo. Ma in queste ore l’opera sta venendo cancellata. L’associazione: “Nessuno ci ha avvisati”. Il comitato di cittadini: “Noi non c’entriamo, apprezzavamo il murale”. Il Quartiere: “La rimozione è stata decisa dal condominio”.

Santo Stefano: via il murales dal quartiere

Non c’è pace per il murale di via Majorana a Bologna. O meglio: l’opera troverà una pace eterna, dal momento che sta venendo cancellata.
Tutto nasce da un progetto di riqualificazione, il Rusco – Recupero urbano spazi comuni dell’associazione Serendippo. Un progetto nato nel 2008 e che ha portato a diversi interventi in zone considerate degradate della città. Tra le varie azioni del progetto troviamo anche il murale zebrato realizzato in via Majorana. L’opera ritrae un’onda di Hokusai, rivisitata dagli street artists Awer e AthenA.

“L’intervento in via Majorana è nato da un patto di collaborazione con il Quartiere Santo Stefano“, ha spiegato ai nostri microfoni Etta Polico di Serendippo. È lo stesso Quartiere ad avere autorizzato il murale, ad aver sostenuto le spese per la festa di strada ed aver sostenuto le spese per i materiali.
Un sostegno che è avvenuto nonostante l’anno scorso un paio di abitanti della via, con il supporto di un avvocato, avessero tentato di fermare per vie legali la realizzazione dell’opera.

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Il contenzioso, però, non sembra essere finito, al punto che oggi i rulli sono al lavoro per cancellare l’opera. “È nato un comitato di strada di cittadini in via Majorana – racconta Polico – che ha deciso di proporre al Bilancio partecipativo un museo a cielo aperto”.
Dal Comitato Nuovo Borgo Mascarella, però, negano che la cancellazione provenga da loro. “Noi apprezzavamo quell’opera – racconta ai nostri microfoni Silvia – E, anzi, sarebbe stata idealmente la prima opera del museo a cielo aperto. Lo stesso Quartiere non saprebbe nulla, probabilmente è stata una decisione del condominio”.

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A chiarire definitivamente la vicenda è la presidente del Quartiere, Rosa Amorevole, che spiega come la cancellazione sia una decisione del condominio, dal momento che il muro è privato. Lo stesso condominio aveva in un primo momento autorizzato l’opera. Autorizzazione che era stata richiesta a Serendippo per il nulla osta alla realizzazione del murale. Non è quindi stato il Quartiere ad ordinare la rimozione, poiché il muro su cui era realizzata l’opera non è pubblico. Anzi, precisa Amorevole: “Molti apprezzavano il fatto che quell’opera servisse anche da deterrente per le scritte oscene che trovavamo sul muro prima della sua realizzazione”.

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