Rete Educatrici & Educatori e Usb lanciano lo sciopero dei lavoratori del sociale per il 4 giugno. Sotto accusa il sistema delle gare d’appalto con cui vengono gestiti i servizi sociali, le condizioni salariali e la continuità contributiva. Aperta resta la questione dell’obbligatorietà dei titoli. Lo sciopero è indetto per tutta la provincia bolognese. Concentramento alle 10 in piazza Maggiore.

Sono tra i 2mila e 500 e i 3mila i lavoratori e le lavoratrici del sociale per cui Rete Educatrici & Educatori e Usb denunciano una condizione di precarizzazione professionale e salariale. Un universo fatto di educatori, assistenti e operatori sociali, lavoratori dei dormitori e degli asili. Un “attacco politico”, dicono da Rete e Usb, che riceverà una “risposta politica” con lo sciopero indetto per il 4 giugno.

A essere contestato è l’intero impianto di gestione dei servizi sociali. Una gestione che ricorre all’affidamento in appalto dei servizi, senza limiti al ribasso, che peggiora le condizioni salariali dei lavoratori e non ne garantisce la piena continuità retributiva. Sarebbero circa 600 i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative Azzurra e Quadrifoglio che  “da metà giugno a metà settembre” non ricevono lo stipendio nonostante abbiano un contratto a tempo indeterminato. Le due cooperative, spiegano Rete e Usb, riceveranno 24 milioni di euro in tre anni per la gestione dei servizi scolastici integrativi. “La sofferenza dei lavoratori e delle lavoratrici – denunciano – significa sofferenza dei servizi sociali. Le gare d’appalto sono lo strumento con cui l’amministrazione comunale gestisce i tagli ai servizi del welfare, chiediamo che i bandi non vengano fatti al ribasso e non creino competitività, bisogna garantire servizi di qualità”

Sotto accusa anche il criterio dell’obbligatorietà del titolo introdotto dagli ultimi bandi, un sistema che richiede agli educatori il possesso di un titolo specifico per poter esercitare la professione. In molti casi gli educatori non hanno conseguito quel titolo, ma hanno alle spalle anni di esperienza sul campo. “C’è un buco normativo che fa in modo che persone che hanno accumulato esperienza negli anni perdano il lavoro”, spiegano i lavoratori in mobilitazione.

Lo sciopero del 4 giugno, spiegano ancora Rete e Usb, costituisce la tappa di un percorso di mobilitazione partito a febbraio e che ha progressivamente ampliato la sua base di adesione. Una mobilitazione che vede nella realtà bolognese solo l’ultimo anello di una catena che, a partire dall’impianto stabilito a Bruxelles e Roma, gestisce i servizi sociali con tagli e tecnicismi, compromettendo la loro qualità e le condizioni dei lavoratori.