Nell’ultimo numero di Piazza Grande, il giornale dei senza fissa dimora, un’inchiesta sul consumo e lo spaccio di droga a Bologna. La città detiene il record di morti per overdose, l’ex Manifattura è stata trasformata in una stanza del buco, ma senza controllo sanitario, eroina e cocaina hanno prezzi stracciati e bassa qualità. Il taglio del drop in ha fatto saltare un presidio. L’intervista a Leonardo Tancredi.

Droga a Bologna: record di morti per overdose

22 morti per overdose a Bologna in un anno. Un record negativo per la nostra città dal quale prende le mosse l’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero di Piazza Grande , il giornale dei senza fissa dimora, che indaga il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti nel capoluogo emiliano.
Fenomeni, quelli della tossicodipendenza e dello spaccio, che hanno cambiato volto negli ultimi anni e che vengono fotografati dalla redazione guidata da Leonardo Tancredi, che è intervenuto ai nostri microfoni.

Oltre a quello dei morti per overdose, un altro dato significativo riguarda i bassi prezzi per l’acquisto di droghe pesanti. Con 20 euro, infatti, è possibile acquistare una bustina di eroina o 0,3 grammi di cocaina.
“Prezzi così bassi aumentano l’accesso alle sostanze”, sottolinea Tancredi. Una platea, quella dei consumatori, che si è modificata molto nel corso del tempo. Sempre meno la tossicodipendenza coincide con settori della marginalità sociale e sempre più si sposta verso i giovanissimi, gli studenti universitari o persone solo di passaggio nella nostra città, che non hanno fattori protettivi.

A cambiare è anche lo spaccio. “Una persona di nostra conoscenza che nel recente passato ha avuto una storia di tossicodipendenza – racconta il direttore di Piazza Grande – ci racconta che gli spacciatori sono sempre più inesperti e meno capaci di vendere il proprio prodotto. Fuori dall’ironia amara, ciò significa che sono meno capaci di valutare la qualità delle sostanze”. Una qualità che è bassa, con sostanze meno pure e tagliate male, con conseguenti ulteriori rischi per la salute.

“A Bologna esiste la stanza del buco – afferma Tancredi – solamente che, a differenza di Paesi del nord Europa, a Bologna non ci sono controlli e assistenza sociali e sanitari”.
Il riferimento è all’ex fabbrica dalla Manifattura Tabacchi di via Ferrarese, dove dalla tarda mattinata fino a notte risulta facilissimo acquistare sostanze e farsi. Un centro dello spaccio e del consumo in un luogo degradato, che è anche la conseguenza dello smantellamento dei servizi a bassa soglia, come il drop in.

“Che a Bologna si sia disinvestito sul tema della riduzione del danno mi pare un dato evidente, che non necessiti di essere commentato – osserva Tancredi – Il drop in era un presidio, che poteva anche assistere e indirizzare le persone in un percorso”.
Per il direttore di Piazza Grande, quindi, è necessario che in città si riapra una discussione su questi temi.