Dopo mesi in cui serpeggiava l’ipotesi, il Consiglio di Dipartimento delle Arti potrebbe decidere il numero chiuso per il Dams. Un tetto di 600 posti perché le aule sono sovraffollate. Studentesse e studenti di Link Bologna sono intervenuti per esprimere contrarietà alla misura, ma oggi il Consiglio è stato riconvocato a porte chiuse. “Non si vuole investire sulle discipline umanistiche, siamo solo galline dalle uova d’oro”.

Numero chiuso al Dams: ne vale la pena?

Un numero chiuso al Dams? L’ipotesi, che serpeggia ormai da mesi in modo informale, potrebbe diventare realtà. Il Consiglio di Dipartimento delle Arti potrebbe infatti decidere un tetto di 600 studenti e ciò a causa della scarsità degli spazi, che sono spesso sovraffollati.
Ieri si è infatti tenuta una seduta del Consiglio, che era intenzionato a ratificare l’introduzione del numero programmato per il Dams. All’incontro, però, hanno preso parte anche i collettivi Lettere Aperte e Link, che hanno lamentato una mancata consultazione e hanno preteso una discussione sul tema.

L’incontro di ieri si è concluso senza una delibera del Consiglio di Dipartimento, ma la volontà è quella di andare avanti, dal momento che per oggi è stata convocata una nuova seduta, questa volta a porte chiuse.
In particolare, il tetto che verrebbe messo alle iscrizioni per il Dams, con una prova d’accesso a fare da filtro, è di 600 studenti. Un numero che pare già una mediazione, dal momento che la proposta iniziale era di 450. La misura sarebbe motivata da un sovraffollamento delle aule, facilmente riscontrabile seguendo i corsi, ma a cui studentesse e studenti ribattono invitando ad investire su nuovi spazi.

“Il problema – spiega ai nostri microfoni Giulia di Link – è che da anni l’Università ha deciso di favorire le facoltà scientifiche e disinvestire da quelle umanistiche. Per le prime si pensa anche a costruire al Navile, mentre noi veniamo considerati galline dalle uova d’oro, dal momento che veniamo spremuti con le tasse, ma sembra un problema anche cercare un’aula in più”.
Studentesse e studenti, invece, chiedono una mappatura degli spazi dell’Alma Mater, invitano l’Università a confrontarsi col Comune per la ricerca di eventuali nuove aule e sottolineano che il bilancio dell’Ateneo ha un attivo tale da non motivare restrizioni di questo tipo.

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