Una madre ci ha contattati per raccontare la storia del figlio adolescente: entrato insieme ad amici in un edificio abbandonato, caduto e rimasto paralizzato. Lo stabile era in disuso da anni, ma un c’era un varco nella recinzione che era già stato segnalato a vigili e carabinieri. L’episodio, accaduto a Sasso Marconi, riapre il tema dell’insicurezza degli edifici abbandonati e lasciati all’incuria.

La signora Milena ha chiamato in radio in un giorno di inizio febbraio. Ha visto il nostro articolo “Gli scheletri di Bologna: 199 edifici abbandonati“, in cui pubblicavamo la mappa realizzata da Coalizione Civica sugli edifici abbandonati presenti a Bologna e nella prima provincia.
Mio figlio è rimasto paralizzato nell’edificio 197 – racconta – l’ex cartiera del Maglio a Borgonuovo di Sasso Marconi”.
La storia è quella di una bravata che quasi tutti noi, da adolescenti, abbiamo fatto. Un edificio abbandonato, il fascino del proibito, un buco lungo la rete di recinzione che suona come un invito ad entrare.
Quasi due anni fa, il ragazzino di quindici anni, insieme ad altri quattro amici, entra nell’edificio, sale le scale, cammina sul tetto, mette il piede su un lucernaio che non regge, precipita da un’altezza di oltre sei metri sul cemento.

Quello che segue è un calvario: un anno e mezzo tra ricovero e riabilitazione, una lesione al midollo che lo paralizza dall’ombelico in giù per tutta la vita.
Ma non è tutto perché, nonostante la disgrazia, la Release spa di Milano, che insieme alla società Sardaleasing spa è proprietaria dell’edificio abbandonato, denuncia gli adolescenti per violazione di domicilio in concorso. Una mossa che probabilmente serve in tribunale come arma processuale nell’accertamento delle responsabilità, ma il fascicolo viene archiviato.
La signora Milena, per contro, denuncia la proprietà per lesioni gravissime, ma anche per questo procedimento il pm ha chiesto l’archiviazione, anche se la legale che segue la famiglia si è opposta.

Ma questo non è un caso in cui si può dire “pari e patta”, perché ciò che ha perso il ragazzino è troppo e soprattutto perché rimane aperto il grande tema della sicurezza degli edifici lasciati all’incuria.
Se il figlio di Milena ha compiuto un gesto illegale entrando nell’edificio, è altrettanto vero che le misure di protezione non erano sufficienti, come testimonia il buco nella rete attraverso il quale i giovani sono passati.
“L’accesso a quell’edificio era molto facile – spiega Milena ai nostri microfoni – Forse per questa ragione il luogo era meta frequente per senza tetto, tossicodipendenti e per chiunque avesse necessità di riparo”.
La signora precisa inoltre che sia la polizia municipale che i carabinieri di Sasso Marconi erano perfettamente a conoscenza dei pellegrinaggi continui che accadevano nella cartiera, anche a fronte delle molte segnalazioni di pericolo denunciate dai cittadini di Sasso Marconi, compreso il primo cittadino.

Il tema della sicurezza degli edifici abbandonati non si pone solo quando qualcuno vi entra. Nell’ottobre del 2011, per fare un esempio, a Bologna si staccò un pezzo del cornicione dell’ex Staveco che dava su un marciapiede pubblico. La fortuna ha voluto che in quel momento non passasse nessuno. Cionostante il direttore dell’Agenzia del Demanio e il responsabile dell’unità della pubblica amministrazione che ha in gestione l’immobile finirono indagati in un’inchiesta della Procura di Bologna. Un articolo del codice penale, il 677, infatti, punisce l’omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina.

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