Finite in nulla le inchieste sui presunti rapporti coi trafficanti, la Procura di Catania formula una nuova accusa contro le ong che effettuavano salvataggi in mare: smaltimento illecito di rifiuti. Le ong non avrebbero indicato che nei porti scaricavano rifiuti speciali. È la nuova indagine del procuratore Carmelo Zuccaro, che pochi giorni fa ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per sequestro di persona a carico di Matteo Salvini.

“La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”, diceva Ennio Flaiano. E a giudicare dalle forme che ha assunto l’inquisizione nei confronti delle ong che effettuavano ricerca e soccorso in mare, è difficile non trattenere una risata, anche si viene subito richiamati alla tragicità di cosa comporta in termini di vite umane questo accanimento.
Il protagonismo del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha colpito ancora. Dopo le inchieste, finite in nulla, sui presunti rapporti con gli scafisti da parte degli equipaggi delle navi umanitarie, la nuova frontiera di accusa sembra essere quella della mancata raccolta differenziata.

In particolare, ciò di cui si accusa la nave Aquarius di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranée è di smaltimento illecito di rifiuti. Tanto è bastato per sequestrare alcuni conti bancari di Msf e l’imbarcazione, ferma da settimane a Marsiglia dopo il ritiro della bandiera da parte di Panama.
I capitani che si sono alternati nelle missioni dell’Aquarius e della Vos Prudence non avrebbero comunicato la categoria di rifiuti speciali scaricati nei porti italiani. Rifiuti che contenevano il materiale medico con cui i migranti sono stati soccorsi e i vestiti dei naufraghi, tra i quali qualcuno era affetto da scabbia, tubercolosi e altre malattie.

Secondo l’accusa, che ha indagato 24 persone, sarebbero 24 le tonnellate di rifiuti scaricati nei porti e la mancata comunicazione della categoria speciale avrebbe comportato un risparmio di costi per 460mila euro.
Abbiamo sempre seguito le procedure standard previste nei porti e le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando Msf ha avviato le attività in mare nel 2015 – ha replicato Gabriele Eminente, direttore generale di Msf Italia – Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso”.

L’occasione è risultata ghiotta al ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha subito commentato: “Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #Portichiusi“.
Pronta è arrivata la replica di Karline Klejer, responsabile delle emergenze di Msf: “Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti diuomini – è la dura replica – ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”.

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