Nel mondo ogni 110 persone una deve scappare dal proprio Paese. I rifugiati hanno superato i 68 milioni a livello globale. Eppure siamo nel punto più basso per i diritti umani, con governi che tengono in ostaggio bambini e naufraghi per il proprio consenso. Uno speciale con le voci di Padre Mussie Zerai, detto Don Mosè, il regista Andrea Segre e il vicedirettore de Il Post Francesco Costa.

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Rifugiato, sancita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1951, nello stesso giorno dell’approvazione della Convenzione di Ginevra. Mai come oggi, però, le crisi umanitarie producono profughi, che scappano dai propri luoghi di nascita a causa di guerre, persecuzioni politiche, etniche, di genere o per ragioni economiche e ambientali.
Complessivamente si calcola che ogni 110 persone, una è costretta a fuggire dal proprio Paese, con un numero di rifugiati mondiali superiore ai 68 milioni, una quota mai raggiunta, nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale.

Proprio quando la situazione è così grave, però, le politiche dei governi hanno prodotto il punto più basso per il rispetto dei diritti umani. La persecuzione dei Rohingya in Birmania è solo l’esempio più conosciuto degli ultimi mesi, ma non bisogna dimenticare la guerra in Siria, il terrorismo di Boko Haram ed altri conflitti africani.
Non va meglio né negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump si sta rendendo protagonista di una politica vergognosa di separazione dei genitori migranti dai figli, detenuti in vere e proprie carceri, né in Europa, dove permangono muri, porti chiusi, accordi con dittatori e annunci di censimenti su base etnica.

Radio Città Fujiko oggi dedica uno speciale radiofonico al tema. Mentre a Bologna i cittadini scendono per le strade contro le politiche di odio del governo Salvini-Di Maio, sulle nostre frequenze ospitiamo voci di persone che si battono per il rispetto dei diritti umani e per l’accoglienza.
La prima voce è quella di Padre Mussie Zerai, ribattezzato Don Mosè, sacerdote candidato al Premio Nobel per la Pace nel 2015 per il suo impegno a favore dei migranti che rischiano la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.
ASCOLTA L’INTERVISTA A PADRE MUSSIE ZERAI:

Una delle voci più impegnate nella denuncia delle violazioni dei diritti umani dei migranti è quella di Andrea Segre, che nel suo film “L’ordine delle cose” ha denunciato i campi di concentramento libici, nati dall’accordo col governo Italiano.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA SEGRE:

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non si fa scrupolo di utilizzare i bambini migranti come ostaggi per indurre il Congresso ad approvare la sua linea in merito alle politiche migratorie e a trovare risorse per la costruzione del muro al confine col Messico, promesso in campagna elettorale. A farci una fotografia di quanto sta accadendo negli Stati Uniti è Francesco Costa, vicedirettore de Il Post.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO COSTA: