Domani, 15 dicembre, i ricercatori precari tornano a protestare a Roma per la loro stabilizzazione. Il 40% dei ricercatori del Cnr è precario e, nonostante la lgge Madia, i fondi stanziati dal governo non sono adeguati a coprire tutti, almeno per il 2018. Nonostante le promesse di incremento, gli stanziamenti suonano come un contentino pre-elettorale.

È tra i 200 enti di ricerca migliori nel mondo, secondo la rivista scientifica Nature, e tuttavia il Cnr (Centro Nazionale di Ricerca) italiano ha ancora circa il 40% dei suoi dipendenti in stato di precarietà. Questo accade nonostante a maggio la legge Madia per il pubblico impiego abbia previsto l’avvio delle procedure di stabilizzazione che pongano fine al precariato di Stato.
Ancora una volta, il problema è essenzialmente di natura economica. Sono scarse, infatti, le risorse rese disponibili dal governo per il 2018, che si aggirano intorno alla cifra relativamente esigua di 10 milioni, con la promessa si vedere un progressivo incremento degli investimenti per il 2019 ed il 2020.

Le intenzioni del governo non sono chiare rispetto alla questione dei finanziamenti, come afferma Alessandra Mercorella, tecnico precario presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche all’istituto di Scienze Marine. Non è infatti stata dichiarata alcuna ragione che spieghi il perché ci sarà una differenza notevole tra le risorse erogate per il 2018 e quelli che saranno gli investimenti per gli anni successivi.
Un’ipotesi piuttosto plausibile, secondo Mercorella, è che anche in questo caso si badi alle logiche politiche ed elettorali, dal momento che tra pochi mesi gli italiani saranno chiamati ad eleggere un nuovo Parlamento. E quindi i dieci milioni di euro previsti per il 2018 sarebbero il tentativo di aggraziarsi in qualche modo il mondo della ricerca, per poi rimandare a tempi futuri la vera risoluzione al problema del precariato in quel settore.

Se anche questi fossero realmente i disegni del governo, è evidente che non stanno incontrando i risultati sperati. I lavoratori della ricerca, precari e stabili in occupazione e in mobilitazione, fiancheggiati dai sincati, ed in particolare la Flc Cgil con Cisl e Uil, hanno programmato per domani, venerdì 15 dicembre, un presidio a piazza Montecitorio.
Non solo. Nella stessa Bologna, dove sin dal 27 novembre i ricercatori precari si erano mobilitati in contemporanea ad altre città italiane con una fiaccolata simbolica davanti alla sede di via Gobetti 101, la mobilitazione continua. Proprio questa mattina i sindacati hanno incontrato i ricercatori per ribadire il loro sostegno alla causa portata avanti dal mondo della ricerca: tanto più importante, quanto poi in effetti riguarda un mondo su cui pesa gran parte del futuro benessere dell’Italia.

Marta Campa

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