Il presidente del Quartiere Navile Daniele Ara se la prende contro le pressioni di coloro che si oppongono al Passante Nord, accusandoli di essere loro ad aver stimolato il consumo di suolo e di far parte del ceto medio intellettuale che ha scelto di andare a vivere in “campagna”. Per Ara bisogna pensare al ceto medio-basso delle periferie urbane. Bortolini (Verdi): “Chiacchiere da bar, ad urbanizzare sono stati sindaci del Pd”.

Chi si oppone alla realizzazione del Passante Nord? Verrebbe da rispondere che sono associazioni ambientaliste e gruppi di cittadini che sono spaventanti per l’impatto che l’infrastruttura – definita inutile dalla stessa Società Autostrade – potrà avere su quei pochi scampoli di natura rimasti nella pianura a nord di Bologna.
Non la pensa così Daniele Ara, che in una nota scritta “da cittadino della periferia nord di Bologna e da presidente del Quartiere Navile”, traccia un profilo di quelli che, a suo giudizio, sarebbero i detrattori dell’opera.

Dopo una premessa in cui sostiene che il Passante non debba essere fatto a tutti i costi, ma solo “se si trova il tracciato giusto che meno impatta sul territorio e che risolve il problema per il quale è stato pensato”, Ara se la prende con “chi ha scelto nei decenni di andare a vivere in ‘campagna‘”, accusandolo di aver stimolato con le proprie scelte il consumo di suolo e tracciandone anche il profilo socio-economico. I contrari farebbero quindi parte del “ceto medio intellettuale che è fuggito dalla città (aumentando il consumo di suolo)”. Soggetti che, stando al profilo del presidente del Navile, sarebbero piuttosto influenti: “ho paura che contino di più le loro pressioni”.

Non è tutto. Ara presenta la questione in toni dicotomici che vedrebbero opposti, da un lato, le pretese degli intellettuali andati in campagna e, dall’altro, il ceto medio-basso che vive nelle periferie di Bologna, che “ha la stessa dignità delle nuove aree residenziali”.
Nel dibattito in corso, secondo il presidente del Navile, non si discute del tema per cui l’opera fu pensata, ovvero “togliere milioni di camion dal centro della città”, ma si ragiona solo di consumo di suolo. “Tema giusto – precisa Ara – ma portato avanti da comitati di cittadini che hanno abbandonato la città” ed hanno in un certo senso incoraggiato le amministrazioni comunali della provincia ad urbanizzare.

A rispondere ad Ara è Filippo Bortolini dei Verdi di Bologna, che fa notare come siano stati i sindaci del Pd ad urbanizzare il territorio, garantendo rendite ai costruttori edili. Gli stessi sindaci che, secondo Bortolini, non hanno pensato alla questione abitativa per il ceto medio-basso cui fa riferimento Ara.
Quanto al Passante Nord, l’esponente dei Verdi sostiene che quelle del presidente del Quartiere San Vitale siano “chiacchiere da bar” e che parlare dell’argomento occorra un approccio scientifico.
Gli studi, ricorda Bortolini, ci sono già e li ha fatti Società Autostrade, che sottolinea come un passante fatto in quel modo non risolve i problemi di traffico per cui, ufficialmente, è stato pensato. “I benefici per la città di Bologna, inoltre, saranno limitati perché le persone intaseranno la tangenziale“.

“I benefici ambientali per gli abitanti delle periferie – continua Bortolini – sono i treni, gli autobus e i tram che anche questa Amministrazione non ha voluto realizzare: mezzi alternativi alle automobili, non nuove strade”.
Il punto, per il presidente dei Verdi, è che le politiche della mobilità a Bologna sono sempre state legate alle politiche del mattone, perché in questo modo si sono fatte lavorare le imprese. “In questa provincia si è sempre voluto dare un contentino a chi costruisce, le cooperative e tanti altri soggetti, da chi realizza le porte, gli infissi e gli elettrodomestici. Ciò comporta consumo di suolo e il territorio prima o poi finisce. Per cambiare l’economia e creare posti di lavoro occorre cambiare visione industriale del Paese”.