34 campi, 55mila profughi blocatti, 11mila a Idomeni, altri 4mila al porto del Pireo. La drammatica realtà dei migranti fermi in Grecia dopo l’accordo Ue-Turchia nella testimonianza di Margherita Romanelli, operatrice della ong Gvc di ritorno dal Paese ellenico. Che racconta anche della solidarietà del popolo greco.

Sono tornati da appena due giorni dalla Grecia, dove hanno lavorato su invito del governo greco nella gestione dell’emergenza legata ai migranti bloccati sul territorio ellenico. Sono gli operatori della ong Gvc, impegnati in Grecia nella distribuzione di beni di prima necessità ai migranti dei 34 campi allestiti.

Il dramma di 55mila persone bloccate, 11 mila a Idomeni e 4mila al porto del Pireo, lo racconta Margherita Romanelli, appena rientrata dalla Grecia. “Il bisogno forte – testimonia Margherita – È quello di arricchire (i campi, ndr) con una serie di servizi”. A mancare, però, sono anche “servizi specialistici per le vulnerabilità”, perchè sono moltissime le “persone che hanno subito dei traumi” e “i minori non accompagnati”.
Nel complesso, continua la cooperante, è necessario “un miglioramento delle strutture perchè non sono in grado di mantenere le persone per un lungo periodo“.

Perchè i migranti in transito dal territorio ellenico debbano rimanere così a lungo bloccati nei campi lo spiega proprio Margherita. A causa dell’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia sui respingimenti, “Serviranno mesi per portare a compimento il processo di identificazione e di rilascio, eventulamente, degli asili”.

Nel quadro di un dramma ormai ordinario, però, “La Grecia sta cercando di mettere in campo tutte le risorse che ha. La solidarietà greca ci ha colpiti – confessa Margherita – Le persone continuano a portare cibo, piuttosto che altri beni”.

I 34 campi, chiarisce ancora Margherita, non sono luoghi di reclusione, perchè si può entrare e uscire ‘liberamente’. Di positivo, però c’è ben poco. Lo rivelano gli stessi migranti bloccati all’operatrice Gvc: “Si aspettavano – dice – un’accoglienza completamente diversa”.