La squadra di governo annovera per il Ministero della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, leader leghista fortemente cattolico e sostenitore delle campagne anti-aborto ed anti-unioni civili. Il commento di Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, e Natascia Cirimele di Non Una Di Meno.

Dopo le trattative, i dubbi di Mattarella e le minacce di impeachment al Capo dello Stato, il governo a trazione Lega-Movimento 5 Stelle ha visto la luce ieri sera. Oggi il premier incaricato Giuseppe Conte presterà giuramento insieme ai ministri e, previa fiducia del Parlamento, in Italia avremo un governo che il resto d’Europa considera palesemente populista. A ben guardare la lista dei ministri, c’è pure da temere che non solo il populismo, ma anche l’estremismo di destra andrà a connotare questa legislatura.

Non si tratta solo di Matteo Salvini come ministro degli Interni: altro preoccupante personaggio è lo ‘stratega’ leghista, come definito dallo stesso Salvini, Lorenzo Fontana, che ricoprirà il rolo di ministro della Famiglia e della Disabilità. Curriculum politico che lo certifica come militante di lunga data della Lega e ferreo difensore della fede cattolica, Fontana ha sempre combattuto per la riaffermazione dei valori cristiani in Italia, in Europa, nel mondo e nell’Universo. Da questo derivano le sue battaglie in favore della famiglia tradizionale, quella atta alla procreazione, e contro, da un lato, alle unioni civili, dall’altro, al diritto delle donne di decidere di interrompere una gravidanza.

“Negli ultimi anni siamo riusciti a fare dei passi in avanti notevoli con la legge Cirinà sulle unioni civili, sebbene insufficienti – commenta ai nostri microfoni Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay – quella legge andrebbe migliorata, ma già le prime avvisaglie ci dicono che quella legge è presa come il simbolo di ciò che bisogna cambiare per migliorare la società”. Si preannuncia, quindi, un regresso dell’Italia in materia di diritti civili, laddove sempre più nel mondo si respira un clima di apertura e di volontà di riconoscere legalmente unioni che non siano tra uomo e donna. E sebbene sia la compagine leghista a preoccupare in questo senso, non è chiaro che ruolo possano avere i grillini nella svolta ad estrema destra dell’Italia. “Il fatto che i 5S abbiano accetato senza battere ciglio una figura come Fontana ed un ministro degli Interni come Salvini non mi è piaciuto – continua Romani – Spero che riescano a non farsi trascinare, è difficile decifrarli e, per il fatto di trovarsi al governo con una forza nettamente di destra, spero che fungano da contraltare ed sponda alle esagerazioni. Noi siamo pronti ad opporci”.

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Sul fronte del diritto all’aborto e all’autodeterminazione delle donne, i segnali sono ugualmente inquetanti. Lorenzo Fontana, infatti, è colui che ha appoggiato la campagna dell’associazione Pro Vita, vicina al partito neofascista Forza Nuova, quando nelle scorse settimane ha diffuso un manifesto di una donna in gravidanza dal titolo ‘l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo’. “Con questo governo si apre una stagione segnata dal fatto che tutti i Ministeri che riguardano il versante dei diritti siano stati affidati a personaggi che rappresentano un netto passo indietro rispetto le battaglie e le conquiste degli ultimi quarant’anni – commenta Natascia Cirimele di Non Una Di Meno – Già l’istituzione in sé di un ministero per la famiglia è un passo indietro: non si negano solo i diritti di tutte le famiglie non eteronormate, ma anche quelle di coloro che non ne hanno una”. Ed, infatti, Cirimele paventa anche la possibilità che il reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia elettorale del Movimento 5 Stelle, possa essere rimodulato in chiave ‘famigliare’, ossia come un’ulteriore agevolazione alle famiglie ed ad esclusione della frazione di cittadinanza fuori da quella istituzione.

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Sia la comunità lgbtq che le donne, dunque, si preparano a lottare per difendere i diritti fin qui acquisiti.

Marta Campa