Ieri l’esercito israeliano ha colpito una scuola delle Nazioni Unite. 20 i morti e 200 i feriti. Nella scuola si erano rifugiati 1500 gazawi. Sono le stesse persone alle quali l’esercito di Tel Aviv aveva ordinato di abbandonare le proprie abitazioni per avere salva la vita. In queste ore si rincorrono voci di una possibile tregua.

L’offensiva israeliana non si ferma davanti a nulla. Sono più di 800 i morti palestinesi e 5000 i feriti dall’inizio dell’attacco a Gaza .Nella giornata di ieri l’esercito dello stato ebraico ha bombardato una scuola delle Nazioni Unite dove si erano rifugiate 1500 persone. Al momento il bilancio parla di 20 morti e 200 feriti. Il gesto, gravissimo anche sul piano del diritto internazionale, è ancora più disgustoso se si pensa che le persone all’interno della scuola erano le stesse alle quali l’esercito di Tel Aviv aveva ordinato di lasciare le proprie abitazioni per salvarsi la vita. Il governo israeliano ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sull’accaduto dopo aver tentato di addossare la colpa della strage a Hamas. E’ una procedura che difficilmente sortirà effetti. Basti ricordare l’inchiesta aperta sulla crudele uccisione di 4 bambini che giocavano a calcio sulla spiaggia di Gaza, inseguiti e finiti dai missili israeliani.

La questione umanitaria è quella che sta venendo fuori con più forza.Ci sono 140 mila sfollati: sono il doppio di quelli registrati durante l’operazione “Piombo Fuso“. Le persone che si sono salvate ieri dai colpi dell’artiglieria israeliana sulla scuola Onu si trovano ora in un’altra scuola delle Nazioni Unite, che, stando alle notizie che ci stanno arrivando, è anch’essa sotto il fuoco israeliano.” racconta Meri in collegamento dall’ospedale centrale di Gaza, che riferisce anche di ospedali e strutture sanitarie colpite dai tiri israeliani.

Intanto in Cisgiordania non si fermano le proteste dei palestinesi. Ieri una manifestazione contro il massacro di Gaza è arrivata sino al check-point di Qalandiya. L’esercito israeliano ha risposto al lancio di biglie e fuochi d’artificio uccidendo due giovani palestinesi e ferendone 200. In queste ore si ha notizia del ferimento di 4 manifestanti palestinesi, due dei quali sono morti in questi minuti, che, nel corso di una manifestazione a Nablus, sono stati raggiunti dai colpi d’arma da fuoco esplosi da alcuni coloni israeliani.

Sul fronte diplomatico, però, sembra che qualcosa si stia muovendo. Nel pomeriggio si dovrebbe riunire il gabinetto di sicurezza israeliano per discutere della proposta di cessate il fuoco di una settimana avanzata dal segretario di stato americano John Kerry. Sulla proposta, riferiscono fonti palestinesi, ci sarebbe anche il sì di massima di Hamas. Proprio per parlare della tregua con il capo politico di Hamas Khaled Meshal, il ministro degli esteri turco sarebbe in volo verso il Qatar (la Turchia e il Qatar sono ora gli interlocutori privilegiati di Hamas, dopo il colpo di stato in Egitto). A quanto pare il movimento islamico vorrebbe rassicurazioni sui prigionieri e sui diritti di pesca sulle acuqe che bagnano la Striscia.