Oggi in commissione si sono discusse le modifiche al sistema di accoglienza e i due OdG che Coalizione Civica aveva presentato a gennaio per garantire l’accesso ai diritti e ai servizi nonostante il Decreto Sicurezza. Ne abbiamo parlato con Federico Martelloni e con Nazzarena Zorzella di Asgi, che ha contribuito alla presentazione delle proposte.

Il 7 gennaio Coalizione Civica aveva presentato due OdG per aggirare il Decreto Sicurezza e garantire l’accesso ai diritti e ai servizi per i richiedenti asilo, basandosi sui suggerimenti di molti giuristi e in particolare di Nazzarena Zorzella di Asgi. Oggi in commissione si sono discussi questi due OdG e la questione degli effetti del Decreto sull’accoglienza bolognese, e in particolare della proposta di conversione dell’Hub di Via Mattei in Cas avanzata dal Prefetto Patrizia Impresa.

“Dalla commissione di questa mattina – racconta Federico Martelloni – sono emerse a mio parere tre questioni. Un punto politico, c’è una maggioranza in consiglio, trasversale alla maggioranza consiliare e a una parte delle minoranze che ritiene che si debba fare ogni cosa possibile per arginare i nefasti effetti del cosidetto decreto Sicurezza. Secondo punto, tecnico. Dal punto di vista tecnico c’è unaniminità nel ritenere che l’accesso a tutti i servizi, dall’istruzione alla sanità, dai servizi privati come l’apertura dei conti correnti ai servizi pubblici come i servizi per il lavoro possono e devono essere garantiti sulla base del solo domicilio. C’è invece un’opinione tecnica divergente sulla possibilità dell’iscrizione anagrafica che è l’oggetto del primo ordine del giorno che abbiamo presentato. Terzo punto, dal punto di vista della fenomenologia, di quello che sta succedendo nei fatti, quello che gli operatori dei servizi ci hanno raccontato è che oggi i problemi sono innumerevoli. Quindi per certo le cose da fare sono due. Innanzitutto a partire da domani prendere una posizione chiara comunicando a tutti i gestori di servizi pubblici e privati che sulla base del mero domicilio quei servizi devono essere garantiti a tutti i richiedenti asilo. In secondo luogo, e questo è un punto politico controverso, se il comune di Bologna vuole giocare la sua partita in presenza di due interpretazioni entrambe plausibili sulla iscrizione anagrafica o meno dei richiedenti asilo può dire con un po’ di coraggio politico che a Bologna l’iscrizione anagrafica si fa, dando una lettura costituzionalmente orientata della normativa”.

Ed è proprio quest’ultimo punto legato al coraggio politico che fin dalle prime dichiarazioni che hanno fatto seguito alla commissione sembra destinato a incontrare non poche resistenze. Mentre sul fatto che il domicilio debba essere considerato sufficiente per l’accesso ai servizi c’è stata unanimità, rispetto alla richiesta di permettere l’iscrizione all’anagrafe le dichiarazioni dei consiglieri di maggioranza sono state principalmente nella direzione secondo cui, essendo il domicilio sufficiente a garantire l’accesso i servizi (almeno sul piano teorico) di iscrizione all’anagrafe non ci sarebbe poi così bisogno. “Io penso – risponde Martelloni – che se il Comune sceglierà di negare l’iscrizione anagrafica innanzitutto se la vedrà con i ricorsi perché questa scelta sarà sicuramente contestata in via giudiziaria e si vedrà. Dal punto di vista politico lo ritengo un errore e non ritengo convincente la strada alternativa di un Albo apposito che pure con tutte le buone intenzioni alcuni comuni hanno sperimentato, perché c’è un punto politico al quale io tengo da sempre e fortemente che è quello di evitare il meccanismo del doppio canale. Tutto il fenomeno migratorio è caratterizzato da una sorta di diritto speciale. Io penso che questa via andrebbe fortemente contrastata mentre ho come il timore che al di là delle buone intenzioni un Albo parallelo la asseconderebbe”.

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Nazzarena Zorzella di Asgi, che oggi ha presentato le proposte in commissione, ci ha spiegato quali sono gli strumenti giuridici che il Comune dovrebbe mettere in campo per garantire l’accesso ai diritti fondamentali, alcuni dei quali forniti dal Decreto stesso. “Gli ordini del giorno – spiega Zorzella – riguardavano uno la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe e cioè di avere la residenza e il secondo riguardava invece la necessità che il Comune faccia delle comunicazioni ai propri uffici ma anche ad altri uffici pubblici in modo da garantire quello che il decreto 113 stesso prevede, cioè che tutti i servizi erogati sul territorio siano erogati per l’appunto sulla base del solo domicilio e dunque a prescindere dall’iscrizione anagrafica. Queste erano le due questioni affontate oggi, oltre a quello dello stravoglimento del sistema di accoglienza recato dal decreto 113, dal decreto sicurezza”.

Per quanto riguarda la proposta più controversa, ovvero quella legata all’iscrizione anagrafica, il Decreto lascia aperta la possibilità di consentire, comunque nel pieno rispetto della legislazione vigente, l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, non già sulla base del permesso di soggiorno – posto che, finché il Decreto Salvini non sarà dichiarato incostituzionale, esso non costituisce più titolo idoneo a formalizzare la domanda di residenza – bensì sulla base di altri documenti che attestino la regolarità del soggiorno e l’identità del richiedente, come per esempio il modello C3 compilato dinanzi all’autorità di pubblica sicurezza. “La questione della residenza – sottolinea l’avvocata – a mio avviso è abbastanza chiara. Il Decreto Sicurezza ha modificato il 142 del 2015 dicendo che il permesso di Soggiorno per richiesta asilo non è titolo idoneo per l’iscrizione anagrafica. Questo viene interpretato correntemente come un divieto di iscrizione anagrafica, in realtà non è così perché dire che il permesso di soggiorno non è titolo idoneo non vuol dire vietare la residenza come per esempio è stato fatto con il Decreto Lupi nel 2012/2013. Questo significa che per garantire il diritto all’iscrizione anagrafica noi dobbiamo andare a vedere quali altri norme della legge sui cittadini stranieri disciplina l’iscrizione anagrafica”.

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