La vittoria storica del centrodestra in Emilia Romagna appare attenuata a Bologna, ma nella provincia sono molti i Comuni già caduti. La Bassa al confine con Modena e Ferrara e tutta la montagna hanno visto il boom della Lega, la vittoria della destra e, con margini minori, del M5S. E dai conteggi emerge che molti ex-elettori dem son passati direttamente alla Lega. L’analisi di Francesca Clementoni.

Le elezioni dello scorso 4 marzo hanno sancito una clamorosa vittoria del centrodestra in Emilia Romagna. Sebbene il voto fosse per le politiche nazionali, il segnale arrivato dagli elettori ha preoccupato più di un amministratore locale del centrosinistra lungo la via Emilia.
Se complessivamente la regione si tinge di azzurro, persistono però “zone rosse”, dove la destra o il M5S non hanno sfondato.
Una di queste è Bologna, intesa però come capoluogo. Se si analizzano i dati dei 55 Comuni della Città Metropolitana, infatti, si scopre che già ora il centrosinistra regge in una minoranza, seppur corposa di Comuni.

Sono 25 i Comuni dove il centrosinistra ha vinto e tra questi troviamo il capoluogo, l’immediata cintura metropolitana e, con qualche eccezione, l’imolese.
Nella provincia profonda ai confini con Ferrara e Modena e nell’Appennino, invece, trionfa il centrodestra con il boom della Lega, che in alcune realtà appare ancora più forte del risultato nazionale. Sono 25 i Comuni dove la coalizione di Salvini e Berlusconi ha ottenuto la maggioranza, mentre i restanti 5 Comuni hanno visto l’affermazione del M5S.

Partendo da nord, scopriamo che il centrodestra ha vinto a Sant’Agata, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Pieve di Cento, Galliera, San Pietro in Casale, Castello D’Argile, Malalbergo, Baricella e Molinella.
Nella zona a est troviamo Dozza e Fontanelice.
L’Appennino è quasi completamente colorato di azzurro: Vergato, Castel D’Aiano, Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere, Porretta Terme, Granaglione, Castel Di Casio, Camugnano, Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val Di Sambro, Monzuno, Monghidoro e Loiano.

Il M5S invece è maggioranza nei Comuni di Grizzana Morandi, Monterenzio, Borgo Tossignano, Castel Guelfo e Medicina. Curiosamente Budrio ha resistito, dopo essere caduto alle elezioni comunali. Il sindaco Mazzanti, in effetti, non ha l’endorsement di Grillo e Di Maio, sebbene abbia un passato grillino.
Guardando la mappa della provincia colpisce come il “rosso” (anche se già molto sbiadito) di Bologna resisti nel cuore, mentre nelle periferie della provincia sia metaforicamente cominciato un assedio.

Un altro elemento – forse il più sconcertante – riguarda le progressioni e i cali nei singoli Comuni. In molte realtà il boom della Lega non viene compensato dal calo di Forza Italia, ma serve aggiungere anche una quota consistente di voti di ex-elettori Pd per far tornare i conti.

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