Potrebbe saltare la riconferma di Giovanni Serpelloni come capo del Dipartimento politiche antidroga. Negativo il giudizio sul suo operato del Partito Democratico, mentre all’interno della maggioranza Serpelloni viene difeso da Carlo Giovanardi (Ncd). Claudia Sterzi, radicale antiproibizionista, ci spiega le ragioni per cui è auspicabile una sua rimozione.

Giovanni Serpelloni è capo del dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio. Fu voluto da Carlo Giovanardi, quando – durante il governo Berlusconi – era sottosegretario con delega alle politiche antidroga. Lo stesso Giovanardi che, oggi dalle fila del Nuovo Centrodestra, difende Serpelloni da una possibile cacciata dal Dpa e avverte il Partito Democratico che una sua mancata riconferma potrebbe avere conseguenze sulla tenuta della maggioranza di governo.

Claudia Sterzi, dell’associazione radicali antiproibizionisti, ha raccontato ai nostri microfoni chi è Giovanni Serpelloni, i motivi per i quali il suo operato non può essere giudicato positivo e per cui sarebbe pertanto auspicabile un avvicendamento alla guida del Dipartimento.
Il giudizio su Serpelloni è assolutamente negativo – spiega Sterzi – sia nel merito di quello che ha sempre sostenuto, sia nel metodo che ha portato avanti in questi anni”. “È autore della frase ‘chi semina cannabis raccoglie eroina’, cioè porta avanti l’argomento che la cannabis porta poi al consumo di droghe pesanti, quando in realtà è vero il contrario”.

Così come il discorso, sostenuto da Serpelloni, “secondo cui la cannabis farebbe venire i buchi al cervello – prosegue Sterzi – basato su studi quantomeno dubbi, perché spesso fatti su animali. Vale per i buchi nel cervello ma anche per gli effetti psicologici o psicotici imputati al consumo della cannabis”. Sterzi ricorda infatti che è amplissima la documentazione per la quale “la cannabis è sostanza terapeutica” e quindi non si capisce come si possano coniugare i due aspetti.

Ma non è tutto. “Serpelloni è stato spesso accusato di produrre dati che sono accomodati in modo da risultare utili alle tesi che lui sostiene – fa ancora sapere la radicale – tanto è vero che la Comunità Europea non usa i dati prodotti dal Dpa, ma li chiede ad altri enti e questo è già un segnale importante dell’affidabilità degli studi fatti sotto la sua guida”.

Come detto, però, ancora non si hanno certezze in merito a una possibile rimozione di Serpelloni per mano del governo presieduto da Matteo Renzi. Una sua mancata riconferma provocherebbe pesanti attriti all’interno della stessa maggioranza. “Noi come antiproibizionisti aspettiamo con ansia e gioia che venga rimosso – annuncia Sterzi – poi però bisogna vedere chi metteranno al posto suo, perchè al peggio non c’è mai fine”, aggiunge.