Nella puntata odierna della rubrica “Diario di Scuola”, Maurizio Cecconi, fondatore di Rete Laica e promotore del referendum, rivolge alcune domande scomode sul caso Faac a Curia, Comune e Partito Democratico.

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Caro diario,
ti racconto una storia vera, e ti affido alcune domande.

PROLOGO.
Michelangelo Manini, fondatore d’una multinazionale produttrice di cancelli automatici, muore lasciando un testamento che dispone il passaggio di tutte le sue proprietà – liquide e patrimoniali, compreso il 66% delle quote della Faac Spa, per un valore totale di circa 1.7 miliardi di euro – alla Curia di Bologna. Appena insediatesi alla guida della ricca azienda, la Curia ha ritirato gli utili di quattro esercizi, ovvero degli ultimi quattro anni, che Manini non aveva suddiviso con gli azionisti, per rendere più solida una realtà con oltre 1.400 dipendenti, sparsi in tutto il mondo.

La famiglia Manini ha contestato da subito la validità del testamento, disconoscendone tanto la grafia quanto le disposizioni, impugnandolo davanti al tribunale di Bologna, oltre che a contestare il fatto che il loro famigliare sia mai stato così cattolico da procedere con un simile lascito all’Arcidiocesi locale. Il processo sarà lungo. Alcuni fatti, portati alla luce nelle aule giudiziarie, meritano la nostra attenzione.