Firmato l’accordo che porterà alla nascita del nuovo campus universitario di Bologna nel giro di cinque anni. Il campus si chiamerà 1088 e sarà dedicato agli studenti. Si tratta di un’operazione, nata dall’unione di intenti del Comune, dell’Alma Mater, dell’Agenzia del Demanio e dell’Invimit, che farà da apripista ad un altro progetto che porterà in città un parco urbano di oltre 20 ettari.

Tra cinque anni sorgerà a Bologna uno dei campus universitari più importanti d’Europa. La sede sarà l’area dell’ex Staveco, una caserma militare di proprietà dello stato, prenderà il nome di Campus 1088, dall’anno di fondazione dell’Università di Bologna, e se tutto andrà bene si potrà vedere il cantiere già attivo nel giro di un anno. Una decisione che nasce da un accordo preso dal Comune assieme all’Agenzia del Demanio, all’Alma Mater e all’Invimit, la società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia e delle Finanze. Quattro istituzioni che si sono messe insieme, per la prima volta in Italia, dando vita ad una delle più grandi operazioni di rigenerazione urbana del Bel Paese.

Oltre al nuovo campus, che sorgerà proprio sotto la collina e sarà dedicato alle necessità degli studenti, come ha spiegato il rettore Ivano Dionigi, si è deciso di valorizzare anche un altro immobile. Si tratta sempre di un ex caserma, ossia le porzioni est ed ovest di Prati di Caprara.
Nei due ex beni militari da una parte dunque sorgeranno laboratori didattici, aree ricreative e residenziali per garantire a tutti il diritto allo studio, dall’altra invece si darà vita ad un’area verde più grande dei Giardini Margherita (oltre 20 ettari) e ad una scuola di nuova generazione.

L’Italia, come ha spiegato Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia del Demanio, ha l’esigenza di rigenerare i propri beni in avanzato stato di degrado come l’ex Staveco, e proprio a Bologna si è deciso di sperimentare questa necessità per la prima volta. “Ma per dare vita a tutte queste belle idee – ha continuato il direttore – bisogna trovare il modo di finanziarle, ed qui è entrato in gioco l’Invimit, uno strumento che ha messo a disposizione dei fondi per l’attuazione del programma di valorizzazione urbana di immobili statali”. 

Dal canto suo l’Università di Bologna, per contribuire all’apporto del ministero del’Economia, inizierà a valutare alcuni dei suoi immobili, suscettibili di dismissione, proprio per partecipare all’operazione di finanziamento del nuovo campus, per cui l’Università stanzierà circa 100 milioni.

“Si tratta di un grande passo avanti per la storia della città. Bologna è ormai entrata in un grande processo di trasformazione ed il suo futuro sarà quello di una città a forte dotazione urbana, che ha nel cuore e nella testa l’Università” ha concluso Virginio Merola, sindaco di Bologna.