“Lavoro, dignità, ugualianza per cambiare l’Italia”. Con questo slogan la Cgil ha portato stamane in PIazza S.Giovanni a Roma centinaia di migliaia di persone. Secondo le stime del sindacato sono almeno 150 mila gli aderenti organizzati che sono giunti a Roma con aerei, pulman e treni speciali, senza contare i cittadini presenti a titolo personale. 1 milione le persone in piazza.

Cgil a Piazza San Giovanni per dire No al Jobs Act

E’ una grande manifestazione, come non se ne vedevano da anni nel nostro paese, quella promossa questa mattina dalla Cgil. “Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l’Italia” lo slogan scelto dagli organizzatori. Il corteo, partito in anticipo rispetto alle previsioni, conta centinaia di migliaia di partecipanti, ed ha raggiunto e riempito una piazza storica del sincadato. Oggi, si potrebbe dire, il più grande sindacato italiano, si è ripreso la sua piazza, Piazza San Giovanni.

Secondo le stime diffuse dallo stesso sindacato, sono 150 mila gli aderenti che sono arrivati nella capitale, con aerei, treni speciali e pulman, ma questa stima non tiene conto delle migliaia di persone che sono giunte in piazza come privati cittadini. Il colpo d’occhio è impressionante. Molto probabilmente le persone in piazza sono 1 milione.

Forti le parole d’ordine, ancor più forti le ragioni che hanno riportato in piazza migliaia di persone. Sono le ragioni di chi deve rassegnarsi alla distruzione dello Statuto dei Lavoratori, sacrificato sull’altare delle riforme che Bruxelles (e Confindustria, ça va sans dire) ci chiede. Sono le ragioni di chi rifiuta il Jobs Act.

Renzi continua a utilizzare l’equazione -diritti +lavoro. Un’equazione mai dimostrata, e che rischia di non rappresentare altro che un attacco alla coesione e al tessuto sociale del nostro paese, che diventerà mortale e definitivo se si dovesse essere raggiunto un accordo USA-UE sul TTIP, che sottometterà gli stati sovrani al diritto parallelo delle multinazionali.

Presenti al corteo alcuni esponenti PD, come PIppo Civati. Bisognerà capire se la loro partecipazione significherà rottura definitiva tra i democratici.

La chiusura della manifestazione è affidata al discorso finale della segretaria generale Susanna Camusso che ha già promesso battaglia contro la riforma del lavoro. “Siamo a pronti a utilizzare tutte le forme necessarie per le nostre richieste. Compreso lo sciopero generale.”

E Maurizio Landini, leader della Fiom, promette: “Questo é solo l’inizio. Chi lavora non è d’accordo con le politiche del governo. Questa è una piazza che unisce, non divide. La divisione l’ha scelta il governo.”


E anche Vincenzo Colla, segretario della Cgil Emilia-Romagna, non è tenero con il premier. “Con gli sgravi a pioggia, i soldi andranno a imprese che comunque avrebbero assunto e che non ne hanno bisogno perchè continuano a guadagnare, o che, peggio, continuano a licenziare. Solo gli investimenti danno lavoro, quindi serve una patrimoniale.” afferma il sindacalista, che critica fortemente la svolta in favore degli imprenditori di Renzi, e fa autocritica, riconoscendo l’errore della mancata mobilitazione ai tempi della Riforma Fornero.

Lasciando intendere che si abdrà allo sciopero generale, Colla lancia un appello ai giovani che rishciano di credere agli annunci del premier. “Non fatevi fregare” afferma senza giri di parole.