Domani il Consiglio dei Ministri si esprime sul pacchetto antiterrorismo. Il decreto legge accorpa le norme sul contrasto al terrorismo e il rifananziamento delle missioni internazionali in cui l’Italia è impegnata.

Era stato pensato come disegno di legge, ma domani verrà discusso in Consiglio dei Ministri come decreto legge. Si tratta del pacchetto di norme sull’antiterrorismo, di cui si è cominciato a discutere già all’indomani della strage a Charlie Hebdo e degli attentati terroristici che hanno sconvolto la Francia.

Il pacchetto, in linea con quelli già approvati in altri Paesi europei, prevede la modifica di alcune norme del codice penale e, in alcuni casi, l’applicazione delle misure di prevenzione contenute nelle normative antimafia ai sospetti terroristi.

Le misure previste dal decreto colpiscono soprattutto chi è stato all’estero in missioni di addestramento con finalità terroristiche, la detenzione di materiale sospetto e un massiccio intervento sui portali web del jihadismo e sulle comunicazioni tra terroristi – o sospetti – islamisti.
Le pene prevedono il ritiro del passaporto, l’espulsione e misure di restrizione preventiva della libertà personale.

Il pacchetto interviene quindi, e non marginalmente, anche su soggetti sospettati di terrorismo. Considerato il contesto di trauma generalizzato dovuto ai fatti di Parigi, il provvedimento potrebbe aprire le porte a misure di repressione e prevenzione che non sempre trovano una ragione concreta.

Il decreto, denominato “Misure per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale“, inasprisce le norme sul terrorismo nel suo complesso – dunque non solo quello internazionale di stampo jihadista – e include anche il rifinanziamento delle missioni italiane all’estero.

L’emanazione di un decreto è stata giustificata dal governo con la “necessità” e l'”urgenza” di intervenire sulla materia. Secondo l’esecutivo, quindi, ricorrono i requisiti che l’emanazione di un decreto legge richiede sul piano giuridico.

“È la continuazione di quella logica emergenzialista che ormai contraddistingue il nostro Paese da più di 30 anni – dichiara Italo Di Sabato dell’Osservatorio sulla RepressioneSi tenta, in questo decreto, di criminalizzare tutta una soggettività, non solo sociale, ma umana, in carne ed ossa, che in questo momento fugge dalle guerre, per esempio, classificandola come potenzialmente terrorista“.

È notizia di queste ore che uno studente turco della Normale di Pisa è stato espulso a dicembre perchè accusato di essere protagonista di uno scambio di mail in cui si dichiarava pronto a farsi esplodere vicino a obiettivi sensibili.

Alessandro Albana