Più carceri, meno misure alternative, abbassamento dell’età della imputabilità per i minori, più galera per i furti, uso sempre legittimo delle armi per difendersi, più libertà per i poliziotti nell’uso del taser e accanimento contro i migranti. Il contratto di governo di M5S e Lega in tema di giustizia ha un’impronta drammaticamente forcaiola. Il commento di Claudio Paterniti dell’Associazione Antigone.

C’è voluto tanto per elaborarlo, ma forse sarebbe stato meglio che non vedesse mai la luce. Il “Contratto per il governo del cambiamento“, il documento programmatico di M5S e Lega, infatti, contiene alcune misure estremamente repressive e “carcerogene”: una chiara impronta forcaiola e giustizialista che ha fatto inorridire le associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti e, più in generale, dei diritti umani.
Prima fra tutte l’Associazione Antigone che, attraverso un commento del presidente Patrizio Gonnella, sintetizza e commenta i contenuti dell’accordo per il governo giallo-verde:

Per fronteggiare l’ormai cronico problema del sovraffollamento carcerario, dunque, Salvini e Di Maio non pensano alla strada della depenalizzazione di alcuni reati, ma puntano sull’edilizia carceraria. Un approccio in cui a fare scuola, come sempre, sono gli Stati Uniti.
Per chi è già in galera, inoltre, arriva un ulteriore accanimento: togliendo la sorveglianza dinamica, infatti, si condanna a restare in cella 20 ore al giorno il detenuto.

Anche le misure alternative, uno dei punti della recente riforma dell’ordinamento giudiziario del governo uscente, verrebbero inibite, allontanando sempre più il compito costituzionale del carcere: la rieducazione e il reinserimento sociale.
Vi sono poi misure smaccatamente populiste, come l’abbassamento della imputabilità dei minori e l’aumento della detenzione per il reato di furto: un regalo alla pancia elettorale che odia i taccheggi ma non si lamenta dei miliardi rubati dalla corruzione.

Le promesse leghiste in stile americano, però, non sono finite. La principale riguarda in fatti la cosiddetta “legittima difesa“, che per il Carroccio consiste nell’autorizzazione sempre e comunque a sparare per difendersi da un’intrusione. A corredo, infine, l’entrata a regime di quanto finora è solo sperimentale: l’uso della pistola elettrica (taser) da parte dei poliziotti.
Infine, la propaganda leghista si sfoga sui migranti: anche per loro sono previsto un inasprimento della detenzione nei Cpr.

ASCOLTA L’INTERVISTA A CLAUDIO PATERNITI DELL’ASSOCIAZIONE ANTIGONE: