Il comitato vuole informare i cittadini sull’inutilità dell’opera, far ricredere i politici locali e, se necessario, bloccare i cantieri nel solco dell’esperienza No Tav.

Il People Mover è una monorotaia che dovrebbe collegare l’aeroporto alla stazione. Per realizzarla servono almeno 102 milioni di euro, nonostante esistano già tre linee ferroviarie che lambiscono l’aeroporto. E a pagare l’opera sarà la Regione e un project financing su cui gravano già molti dubbi.
È su questi presupposti che è nato il Comitato No People Mover, promosso dal gruppo BolognAttiva e a cui hanno aderito diversi partiti e associazioni locali.

L’intento è quello di scongiurare il flop che già ha segnato il Civis e risparmiare soldi pubblici molto utili in questo momento delicato.
“Attorno all’aeroporto – spiega Vanni Pancaldi di BolognAttiva – esistono già tre linee ferroviarie che, qualora venisse avviato seriamente il Servizio Ferroviario Metropolitano, potrebbero svolgere benissimo la funzione per cui è stato pensato il People Mover, risparmiando quei 102 milioni di euro che in questo momento sono molto preziosi”.
Il Comitato, inoltre, contesta anche le modalità con cui dovrebbe essere realizzata l’opera. “Si dice che i cittadini non sborseranno un euro – continua Pancaldi – ma è falso. I 27 milioni che mette la Regione sono soldi di noi contribuenti”. Non solo: il Comitato denuncia anche che il project financing pensato per la costruzione dell’opera, in realtà è una forma mascherata di garanzia pubblica che toglierebbe ai realizzatori il rischio d’impresa, ricadendo sulle spalle dei cittadini. Il project financing, infatti, prevede che un privato realizzi a sue spese un’opera e rientri dagli investimenti con la gestione della stessa. “La società che andrà a realizzare il People Mover – insiste Pancaldi – vede già una partecipazione di Atc, società comunale, ed è previsto che la quota pubblica salga sopra il 60%”.

Il Comitato No People Mover, dunque, è intenzionato a dar battaglia, sia informando la cittadinanza che con azioni di protesta. La prima è già stata messa in calendario: mercoledì 14 settembre, alle 9.00 in Piazza Maggiore, quando si riunirà la Commissione Bilancio che discuterà anche del finanziamento al People Mover.
L’obiettivo è quello di far ricredere la classe politica locale, per evitare il flop già vissuto col Civis. Ma se gli amministratori locali si dimostreranno sordi, il Comitato non esclude di passare ad azioni forti come il blocco dei cantieri, nel solco dell’esperienza No Tav.