Nel rieditare un grande film del passato in blu-ray, quasi un lustro fa, riaffiorano miracolosamente i dischi di acetato, usati durante le sessioni di registrazione delle musiche, per ascolti di prova e dimostrativi, di un’importante colonna sonora, ritenuta irrimediabilmente smarrita per un sessantennio, essendosi persa traccia dei nastri originali, ed essendo sopravvissuta, fino ad allora, soltanto nella forma di una breve suite da concerto, musica composta, tra l’altro, da un grande musicista del quale ricorre, proprio quest’anno, il centenario della nascita.

Il film in questione è “On the waterfront” (“Fronte del porto” – ’54, b/n, drammatico, 108′), con la regia di Elia Kazan, prodotto da Sam Spiegel, fotografia di Boris Kaufman, montaggio di Gene Milford, scenografia di Richard Day ed interpretato da Marlon Brando, Karl Malden, Lee J. Cobb, Rod Steiger, Eva Marie Saint e Martin Balsam. Questo titolo, la cui storia si svolge nell’ambiente duro dei lavoratori portuali di New York, è giustamente considerato fra i grandi classici sempreverdi della cinematografia internazionale, conquistandosi già, all’epoca, ben 8 Oscar su 12 nomination. Ma quello che interessa maggiormente, in questa sede, è la parte musicale, composta da Leonard Bernstein (1918-1990), musicista del quale ricorre il centenario della nascita e sua unica colonna sonora originale, le altre essendo trasposizioni cinematografiche di suoi musical pensati per i teatri di Broadway (“On the town”, “Wonderful town”, “West side story”), che, nonostante l’esito notevolissimo, ebbe soltanto una nomination. Sulle gioie ed i dolori di questa sua unica sortita in ambito cinematografico, l’autore stesso ne darà resoconto ironico, qualche anno dopo, nel capitolo “Mixing room” (“Sala missaggio”) in seno al suo libro “The joy of music” (“La gioia della musica”).

Purtroppo, le musiche, per un sessantennio, sono sopravvissute essenzialmente, soltanto nella forma di una suite da concerto di una ventina di minuti scarsi (della quale esistono diverse incisioni, comprese un paio dirette dall’autore), poichè sembrava proprio che le registrazioni originali di questa colonna sonora, fossero andate irrimediabilmente perse. Ed invece, per fortuna, non era così, tant’è che, nel 2014, l’Intrada, piccola etichetta specializzata in colonne sonore, purtroppo non distribuita in Italia, fece uscire un cd, su licenza della Sony, comprendente l’intera colonna sonora, inclusi i brani scartati, per circa una cinquantina di minuti di musica in totale. Di questo ritrovamento, a dir poco miracoloso, se ne riferisce anche sul sito internet della casa discografica.

… Le parti registrate delle effettive musiche originali per la colonna sonora, sono state ritenute disperse per decenni e si presumeva che si fossero perdute per sempre. Ma incredibilmente, quando la Sony scovò del materiale per la loro recente riedizione della versione restaurata di questo classico della cinematografia su blu-ray, riaffiorò una miriade di supporti audio, comprendenti non soltanto dialoghi ed effetti, ma pure le intere sedute di registrazione della partitura musicale, probabilmente scoperte per la prima volta in mezzo secolo. Queste registrazioni, riversate su dischi di acetato per ascolti di verifica durante le sedute d’incisione, includevano musica non utilizzata nel montaggio finale del film! Riprese allo studio d’incisione della Columbia Pictures, verso la fine di aprile del ’54, caratterizzate da audio datato con abbondanza di rumori di fondo, queste incisioni, nondimeno senza prezzo, finalmente rivelano l’intera partitura in tutta la sua magnificenza. Mentre qualche intervento minimo di restauro sonoro, si è reso necessario durante la fase di masterizzazione, ci si è presi la cura adeguata di rispettare le caratteristiche originarie di queste registrazioni, evitando la tentazione d’impiegare un’eccessiva riduzione del rumore di fondo (che avrebbe danneggiato gli estremi acuti, le sonorità degli archi e gli armonici) o di compromettere sonicamente altrimenti, questo importante pezzo di storia musicale…” (traduzione dello scrivente)

Postludio: essendo, nel frattempo, il cd della Intrada, divenuto di ardua se non addirittura impossibile reperibilità, fortunatamente, nel 2017, un’altra ancor più piccola etichetta di nicchia, la Soundtrack Factory, ne ha effettuato una riedizione, sia pure a tiratura limitata (sic!), aggiungendovi inoltre, in appendice, l’incisione in studio del ’60 della suite da concerto diretta dall’autore (che suona peraltro il pianoforte in seno all’orchestra nel 7° brano della colonna sonora originale) con la New York Philarmonic, effettuata per la Columbia/CBS. Sarà proprio da questo disco, che verranno tratti gli ascolti della puntata in oggetto. Il suono, vista l’origine storica monofonica di questa registrazione del ’54, pur godibile nonostante un maldestro tentativo di stereofonizzazione con aggiunta di riverbero, avvertibile soprattutto in alcune tracce, è chiaramente limitato ed inferiore a quanto già ottenibile all’epoca (esistevano già il nastro magnetico e la stereofonia, per intenderci), purtuttavia il livello della proposta è tale da far passare decisamente in secondo piano questo aspetto.

– Gabriele Evangelista-