Lee Ranaldo, il chitarrista co-fondatore dei Sonic Youth, ha inaugurato la seconda edizione di Reazione K, la rassegna dell’Arci Zone K a Ferrara. Il racconto della performance attraverso le foto di Matilde Morselli.

È New York e sono gli anni ’80. C’è chi pensa che sia passata una vita e chi invece solo una manciata di decenni dall’incontro con Thurtson Moore e Kim Gordon e dalla nascita del progetto (immortale) Sonic Youth. Il protagonista è lui, Lee Ranaldo che torna in Italia per aprire la seconda edizione della rassegna ReazioneK, firmata Arci Zone K.

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Lee Ranaldo @Arci Zone K 

La carriera artistica di Ranaldo inizia con un viaggio sulle note distorte di una produzione musicale che ha segnato la storia della musica, continua spedita su quelle meno disturbanti del suo percorso solista e prosegue arricchita dall’impegno come poeta e scrittore, prima con Lengths & Breath edito nel 2004 e l’anno successivo con Road Movies.

Song and Stories” è il progetto con il quale si presenta sul palco, un’esperienza musicale ibrida, che lo riassume e lo definisce e che ieri sera ha riempito la platea della Sala estense a ferrara. Spente le luci, hanno aperto lo spettacolo i cortometraggi prima di Glenn Branca datato 78 e poi Inhuman Live (SY) e una pellicola che racconta la collaborazione tra Ranaldo e il visual artist Leah Singer. È da qui che Lee regala al pubblico una performance geniale, a tratti quasi malata, che lo ha visto, alternare chitarre elettriche suonate con archetto, campanelle e bacchette da percussioni, a momenti in cui al plettro ha sostituito una noisebox e poi il suo smartphone.

Della sua carriera musicale e dell’esperienza SY ha chiaccherato con il critico Filippo Mazzarella, chiudendo l’evento e lasciando allo spettatore la sensazione di aver assistito ad una sorta di rituale quasi sciamanico.

Matilde Morselli