Il progetto di sovrappressione del gas voluto dal Mise nella centrale di stoccaggio di Minerbio continua ad agitare le paure dei cittadini e la politica. L’associazione Proambiente Terre di Pianura venerdì terrà un’assemblea pubblica per fare il punto della situazione, ma per il sindaco Lorenzo Minganti (che farebbe a meno del progetto) le preoccupazioni non trovano al momento una base scientifica.

La vicenda sul progetto di sovrappressione del gas nel sito di stoccaggio di Minerbio potrebbe rappresentare un paradigma di tante questioni contemporanee. Da un lato una questione ambientale, che ha portato un gruppo di cittadini a mobilitarsi per opporsi ad un progetto imposto dall’alto, in particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma che al contempo ha risvegliato paure e fobie a cui la sola scienza non sembra in grado di dare risposta. Dall’altro, il ruolo degli amministratori locali, schiacciati tra l’incudine di enti gerarchicamente più in alto e il martello della popolazione in stato di agitazione che amministrano.

A sollevare il tema discusso nel Comune della provincia bolognese è il progetto di Snam e Stogit per il sito di stoccaggio di gas di Minerbio. Con il via libera del Ministero, la società vorrebbe aumentare la pressione del gas del serbatoio fino al 107% sulla pressione storica del giacimento.
Il progetto ha sollevato l’opposizione di un gruppo di cittadini, che ha dato vita all’associazione Proambiente Terre di Pianura, per il quale la sovrappressione del gas rappresenta un pericolo per il territorio, in particolare in relazione all’attività sismica.

In particolare, Nicola Armaroli, dirigente del Cnr e presidente dell’associazione, sostiene che il riempimento e lo svuotamento semestrale del serbatoio, potrebbe generare sismi. Per dirlo, si è avvalso del parere di alcuni geologi e di una parte della letteratura scientifica che sostiene questa ipotesi.
Non solo, secondo l’associazione la situazione sarebbe resa ancora più pericolosa dalla presenza di una faglia capace, cioè in grado di deformare il suolo, proprio nel Comune di Minerbio. La sua presenza sarebbe testimoniata dal database di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), un ente del Ministero dell’Ambiente.

Per fare il punto della situazione, dopo mesi di dibattiti e polemiche, Proambiente Terre di Pianura ha indetto un’assemblea pubblica, che si svolgerà venerdì 1 marzo, alle 20.45, a Palazzo Minerva.

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“Del progetto della sovrappressione farei volentieri a meno, perché sta agitando la comunità e ci sta portando via tempo e risorse”, ha commentato ai nostri microfoni Lorenzo Minganti, sindaco di Minerbio.
Il primo cittadino, in questa vicenda, ci tiene a sottolineare che il Comune si è mosso per cercare di avere strumenti scientifici per opporsi al progetto, ma al momento non ne ha trovati.
“Come amministratore non posso andare in Conferenza dei Servizi e dire che non vogliamo la sovrappressione perché la gente ha paura – osserva Minganti – ma dobbiamo portare degli elementi concreti”.

Il sindaco, però, ci tiene a precisare alcune cose. Da un lato l’inesattezza di alcuni temi sollevati dall’associazione, che hanno prodotto agitazione e preoccupazione nella cittadinanza, dall’altro quanto la sua Amministrazione stIa facendo per avere una risposta scientifica, sulla base della quale rassicurare la popolazione o battersi per lo stop al progetto.
“La questione della faglia l’ho sentita per la prima volta in un’assemblea pubblica dell’associazione – ricostruisce Minganti – Il giorno dopo ho contattato il servizio geologico della Regione per chiedere chiarimenti, il quale ha escluso che sotto Minerbio ci sia una faglia capace o una faglia sismica. A Minerbio c’è una semplice faglia, come ce ne sono in tutto il sottosuolo, ma quelle di cui ci dobbiamo preoccupare sono ai piedi dei nostri colli o nei territori di Molinella e Mirandola”.

Per vederci ancora più chiaro, il primo cittadino ha contattato anche Ispra. Anche l’Istituto ha negato la presenza di una faglia capace o sismica. “Ho chiesto loro una risposta anche scritta – continua il sindaco – Quello che mi hanno detto fin qui è che bisogna essere capaci di leggere le carte, quindi parrebbe che chi ha agitato pubblicamente il tema non abbia consultato nemmeno con la dovuta attenzione la documentazione”.

Il tema centrale, però, rimane quello della sismicità indotta, cioè se la sovrappressione e lo svuotamento del sito di stoccaggio possa generare dei terremoti. Su questo punto la scienza non è univoca, perché esistono letterature contrastanti a riguardo.
Per questo motivo, con il supporto di Regione e Mise, il Comune di Minerbio ha commissionato uno studio di 500mila euro all’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) per capire se ci sia o meno una correlazione tra l’attività di stoccaggio del gas e la sismicità indotta nel territorio di Minerbio.

“Lo studio ha la durata di 24 mesi e ne sono passati solo 9 – osserva Minganti – Nei primi tre report prodotti dalla massima autorità in materia, che abbiamo pubblicato sul sito del Comune per avere la massima trasparenza, non ci sono evidenze”. Occorrerà però aspettare la fine dello studio per avere una risposta definitiva.
Nel frattempo, Minganti replica anche ad un’altra accusa dell’associazione, che riguarda il piano di emergenza esterno sovracomunale, aggiornato al 2007, cioè a prima del terremoto del 2012 che ha colpito l’Emilia.
“È vero che è datato e lo stiamo aggiornando – osserva il primo cittadino – ma l’aggiornamento non porterà ad uno stravolgimento di quanto già contenuto”.

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