La campagna della Cgil: tutela legale e assistenza per i migranti che denunciano il proprio sfruttatore. Le nuove norme del governo estendono la copertura dell’articolo 18: un permesso di soggiorno umanitario di sei mesi. Sanatoria per i datori di lavoro che si mettono in regola.

Il governo Monti ha recepito la direttiva europea del 2009 in materia di immigrazione. La norma era nata in seguito ai fatti di Rosarno, quando all’opinione pubblica del nostro Paese apparvero chiare le condizioni di sfruttamento in cui molti migranti versavano nel lavoro agricolo.
Le nuove norme permettono al migrante non in regola che denuncia le condizioni di sfruttamento in cui è costretto dal datore di lavoro o dai caporali, di ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di sei mesi e rinnovabile.
Si tratta di una sorta di estensione dell’articolo 18 in materia di tratta di esseri umani, che fino ad oggi tutelava soprattutto le ragazze indotte alla prostituzione.
Le nuove norme, invece, saranno valide per tutti i settori lavorativi e, uniti alla nuova sanatoria, daranno agli imprenditori la possibilità di mettersi in regola e assumere con regolare contratto il migrante che lavora per la propria impresa.

Lo Sportello Migranti della Cgil ritiene questa un’opportunità per i cittadini stranieri, sia per uscire dalle catene dello sfruttamento, sia per progettare il proprio futuro e ottenere una posizione stabile.
Per questo il sindacato ha avviato una campagna informativa, che ha l’obiettivo di far conoscere ai migranti la nuova legge e le possibilità che essa prevede. Non solo: sarà presto attivato anche uno sportello legale che accompagnerà il migrante durante tutto l’iter giudiziario. “I nostri avvocati – spiega Anna Rosa Rossi dello Sportello Migranti Cgil – studieranno la situazione di ciascun lavoratore per capire quale sia la strada migliore da intraprendere”.

La speranza è che l’attuale normativa venga presa sul serio anche dai datori di lavoro e li induca a risolvere le situazioni di illegalità a cui costringono spesso la manodopera straniera.
“Questa sanatoria – ammette Rossi – è piuttosto onerosa per i datori di lavoro, a cui viene chiesto di sanare anche tutto il pregresso, ma è comunque meno pesante di una denuncia penale”.