Mentre il governo italiano varava con gran risalto mediatico l’operazione militare umanitaria “Mare nostrum”, a Bruxelles poneva il veto per consentire a Frontex di effettuare salvataggi, come invece proposto dal commissario Cecilia Malstrom.

Emergenza Migranti: dubbi sulla gestione italiana

Quattro navi della marina più una anfibia, elicotteri e droni. Ha il sapore dei colossal americani l’operazione “Mare nostrum“, la missione militare umanitaria varata ieri pomeriggio dal governo Letta. Un provvedimento preso per rispondere alle pressioni seguite al naufragio di Lampedusa, che fino ad ora conta 364 morti, operata con tutti i crismi del clamore mediatico.
Peccato che, alla prova dei fatti, la buona fede dell’esecutivo venga messa in discussione in sede europea.

Mentre il premier Enrico Letta invitava l’Europa a rafforzare Frontex, l’agenzia per il pattugliamento del Mar Mediterraneo, una nota ufficiale del Consiglio dei Ministri dell’Interno della Ue certificava che sei Paesi, tra cui l’Italia, ponevano il veto alla proposta, avanzata dalla commissaria agli Affari Interni Cecilia Malstrom, di far svolgere a Frontex anche compiti di soccorso ai profughi e trasferimento su navi più sicure.
In altre parole, da un lato il governo italiano annuncia una missione per salvare i migranti che si trovano su navi in difficoltà, dall’altro si oppone a che ciò avvenga per mano europea.

La notizia è stata lanciata questa mattina da l’Unità, in un articolo firmato da Paolo Soldini, nel corso del quale il giornalista invita il governo a fare chiarezza.
In particolare il giornalista sottolinea le due anime e i due approcci diversi che compongono il governo delle “larghe intese”. Secondo Soldini, Letta non intende rafforzare Frontex sul fronte dei respingimenti, azione già praticata dal Pdl, che con Angelino Alfano detiene il ministero degli Interni.

Grattando sotto la crosta delle dichiarazioni, dunque, emerge che ancora una volta è una questione di soldi e di si deve “accollare” i profughi. Lo conferma Chiara Favilli, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università Lumsa di Roma. “La questione è il sostegno economico a queste operazioni. I 30 milioni di euro aggiuntivi promessi all’Italia da Barroso e Malstrom verranno utilizzati per il pattugliamento più che per la ristrutturazione dei centri di accoglienza o il miglioramento delle procedure per l’asilo”.

L’Italia, dunque, si oppone all’ampliamento delle funzioni di Frontex per impedire che, attraverso il salvataggio di migranti, il Paese sia chiamato a dare loro assistenza. Da tempo, infatti, il governo italiano chiede all’Europa di ripartire fra tutti gli Stati i richiedenti asilo, ma i Paesi del Nord Europa hanno sempre risposto picche. “È comprensibile – spiega Favilli – Gli sbarchi sono la parte più piccola degli arrivi. Si pensi ad esempio che la Germania ogni anno ha 80mila richieste di asilo, mentre l’Italia ne ha 17mila”.