Il razzismo istituzionale, dalla Bossi-Fini alla legge Salvini, produce insicurezza, clandestinità e sfruttamento. per questo Coordinamento migranti e Si Cobas hanno indetto la manifestazione di sabato 6 aprile, dando unitamente il via a un’inchiesta sulle condizioni lavorative delle e dei migranti nel settore della logistica.

Il Razzismo Istituzionale dell’Italia e il NO dei migranti

Si terrà sabato 6 aprile alle 16 in Piazza del Nettuno la manifestazione organizzata da Coordinamento Migranti, Si Cobas e moltissime altre realtà contro il razzismo governo. Un razzismo che si è esplicitato nel decreto, ora legge, Salvini, ma che affonda le sue radici più indietro nel tempo, a partire dalla Bossi-Fini che ancora oggi fa sentire i suoi effetti sulle vite delle e dei migranti.

Un impianto legislativo, quello sublimato nella Legge Salvini, che di fatto produce clandestinità e debolezza, alimentando condizioni di sfruttamento come quelle che sono state rese evidenti dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori di Italpizza. “La manifestazione l’abbiamo chiamata per far venire fuori tutte le problematiche di cui nessuno parla che riguardano i ragazzi che sono arrivati qui con i barconi – spiega Babacar Ndyae di Coordinamento Migranti Bologna – che hanno affrontato il mare pensando di trovare una bella accoglienza qui in Italia, in Europa. E hanno trovato una gestione delle cooperative, delle prefetture, disastrosa. Questi ragazzi qui stanno finendo per la strada, nei giardini, davanti ai supermercati, a chiedere l’elemonisa. Perché è una gestione che è stata sempre fatta male, in più ultimamente è arrivato il Decreto Salvini che è venuto a peggiorare la situazione. Con le cooperative che si sono trovate disarmate davanti alla situazione perché li hanno mandato via tutti e stanno uccidendo tutti i centri di accoglienza, mandando i migranti per le strade. Questa non può essere una cosa accettabile, e quindi abbiamo chiamato migranti e non in piazza per dire no a queste cose qua, per affrontare le prefetture e le questure e ad alta voce dirgli che noi non siamo d’accordo”.

L’accusa rivolta al governo chiama in causa anche Virginio Merola e la sua giunta, che pur avendo criticato il Decreto Salvini non hanno accolto la richiesta, avanzata anche da Coalizione Civica, di concedere comunque l’iscrizione all’anagrafe ai richiedenti asilo.

E proprio per mostrare più chiaramente quella realtà molto spesso ignorata che vede una relazione diretta tra il razzismo istituzionale e lo sfruttamento sui posti di lavoro, Coordinamento migranti, in collaborazione con Si Cobas, ha intrapreso un lavoro di inchiesta sulle condizione lavorative delle e dei migranti nel settore della logistica. 

ASCOLTA LE PAROLA DI BABACAR NDYAE:

Contemporaneamente alla manifestazione bolognese, e in collegamento con essa, si svolgerà anche la manifestazione nazionale chiamata da Si Cobas a Modena, in sostegno del coordinatore nazionale del sindacato Aldo Milani attualmente sotto processo ed in generale contro la repressione delle lotte allo sfruttamento e degli scioperi che nella città di Modena ha visto la propria massima espressione. “Crediamo – spiega Karim Bekkal di Si Cobas Bologna – che questo attacco che sta arrivando adesso sul coordinatore nazionale, il tranello che è stato costruito per fermarlo, non aveva altro obiettivo che fermare la lotta dei lavoratori che si autorganizzano con questo sindacato. Noi credo che negli ultimi anni abbiamo conquistato tanti di quei diritti e di quella dignità all’interno dei magazzini, grazie all’unità dei lavoratori del Si Cobas. E oggi con questo governo abbiamo un ostacolo in più, che ci sono adesso più ricatti sul permesso di soggiorno, stanno cercando di criminalizzare gli scioperi e gli scioperanti. Stanno bloccando queste lotte, e stanno processando tutte queste lotte che sono state l’unica cosa che ha ottenuto diritti e dignità di questi lavoratori. E quindi questa repressione che si sta alzando e sta uscendo ancora più chiaramente sulla città di Modena, all’interno della prefettura di Modena si parla solo di ordine pubblico ma non si parla mai dei diritti dei lavoratori. Era chiaro sulla vertenza di Italpizza, la vertenza di Alcar Uno, la vertenza di Castelfrigo, che la risposta del governo attuale nei confronti delle rivendicazione degli operai è repressione, manganelli, denunce e arresti”.

ASCOLTA LE PAROLE DI KARIM BEKKAL: