Tensione e ressa, ieri mattina, all’help center della stazione. Decine di migranti chiedevano un posto letto per combattere il gelo di questi giorni. I posti, però, non ci sono per tutti. Il piano freddo del Comune risulta già inceppato: l’aumento di 40 posti proprio per i migranti non è ancora entrato a regime. Il Coordinamento Migranti solleva il caso dei permessi ai minori.

Ieri mattina l’help center presso la stazione di Bologna è stato letteralmente intasato. Il gelo di questi ultimi giorni ha fatto aumentare vertiginosamente le persone che si sono rivolte alla struttura, in particolare i migranti che sono fuoriusciti per varie ragioni dal percorso di accoglienza per richiedenti asilo.
Tutti avanzano una sola richiesta: un posto letto per stare al caldo almeno nelle ore più rigide della notte. La pressione è stata così alta che gli operatori di Piazza Grande hanno dovuto chiamare le forze dell’ordine.

Il problema reale, però, è che non c’è posto per tutti. Sia l’hub regionale di via Mattei, sia le strutture di accoglienza messe a disposizione finora traboccano. Nemmeno il piano freddo dell’Amministrazione comunale, che per questo inverno ha previsto 40 posti letto in più proprio per i migranti, sembra in grado, almeno per il momento, di rispondere ai bisogni. L’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo ha spiegato che occorre tempo perché tutti i posti messi a disposizione entrino a regime.

Il freddo, però, morde già oggi e non è pensabile che le persone dormano per strada. Molti dei migranti usciti dal sistema di accoglienza non hanno una rete amicale che consenta loro di trovare un riparo, né possono – anche se molti vorrebbero – andare altrove in Europa, magari per raggiungere famigliari, per via del regolamento Dublino II, che li vincola a restare in Italia per la richiesta di asilo e per via della chiusura di fatto delle frontiere.

Sempre a proposito di migranti, intanto, il Coordinamento Migranti di Bologna punta il dito sulla Questura, in particolare su come gestisce i permessi di soggiorno per i minori. “Fino a questa estate – si legge in un comunicato – quando (la Questura ndr) consegnava al genitore il permesso di soggiorno Ue di lungo periodo (la durata è 5 anni), ne allegava anche un altro, uguale per tipologia e durata, per il figlio. Ora, invece, se il minore non risiede qui da almeno cinque anni, gli viene consegnato un semplice permesso di soggiorno di un anno. Anche se è nato in Italia! Eppure l’art. 31 del Testo unico è chiaro: il minore segue la condizione giuridica del genitore”.