Dopo la trattativa con la giunta e le garanzie di quest’ultima, i sindacati firmano la trasformazione dalla tariffa per la refezione alla tariffa di frequenza nelle scuole dell’infazia. Per Sgb, però, le promesse sulla parola della gratuità della scuola non bastano: deve essere ripristinato il principio e cancellata la delibera. Dura Scuola e Costituzione: “Un gioco di parole ipocrita”.

Giunta e sindacati confederali hanno trovato un accordo sul bilancio, in particolare sulla delibera che cancella il principio della gratuità delle scuole dell’infanzia bolognesi con il passaggio dalla tariffa per la refezione scolastica alla tariffa di frequenza.
Dopo giorni di trattative e un iniziale aut aut dei sindacati, in particolare della Cgil, che aveva minacciato di non dare la propria approvazione al bilancio qualora non fosse ripristinato il principio della gratuità della scuola dell’infanzia, le cose sono andate diversamente.

In particolare, fa sapere una nota di Palazzo D’Accursio, l’Amministrazione “ha ribadito la decisione espressa nella delibera licenziata lo scorso 21 novembre, impegnandosi a vincolare la tariffa di frequenza unicamente al costo della refezione e confermando pertanto il principio della gratuità ‘sostanziale e di fatto’ dell’accesso alla scuola d’infanzia”.
La vicesindaco Marilena Pillati ha promesso che le risorse che si rendono disponibili da questa modifica sono e saranno interamente impiegate nell’ambito educativo e scolastico, in particolare per ridurre le tariffe di molti servizi e per rispondere ai bisogni crescenti per l’inclusione scolastica dei bambini con disabilità.

Una rassicurazione che è bastata a Cgil, Cisl e Uil per firmare il verbale d’incontro, anche se nei comunicati stampa, le sfumature non diradano tutte le ambiguità. “La vicesindaco – scrive ad esempio il segretario Cisl Danilo Francesconi – si è comunque impegnata ad apportare alcune modifiche alla delibera oggetto di dibattito di questi giorni che rendano ancora più chiaro il concetto”.
Parole che non coincidono con le dichiarazioni del sindaco Virginio Merola: “Con l’introduzione della tariffa di frequenza vincolata al costo alla refezione il Comune di Bologna avrà due risultati: riconoscere il momento del pasto il valore di momento integrante dell’offerta formativa e ottenere un risparmio fiscale che contribuirà a ridurre le tariffe di molti servizi”.

Non tutti i sindacati, però, sono d’accordo e accettano di fidarsi del Comune. “La giunta vuole eliminare un caposaldo sul quale si basa il valore universalistico del diritto allo studio immettendo una tariffa di frequenza – scrive Sgb – Ecco arrivare in soccorso di Merola e dei suoi, i sindacati “amici” che si inventano e sottoscrivono l’immissione nella scuola dell’infanzia comunale della tariffa di frequenza legata questa volta alla mensa”. Il sindacato di base parla di una “trovata da azzeccagarbugli” la soluzione individuata e chiede “il ritiro della delibera che è rimasta tale e quale a quella di prima“.

Duro anche il commento di Scuola e Costituzione, che per prima aveva lanciato l’allarme. “Prendiamo atto che Amministrazione e sindacati confederali hanno raggiunto un accordo che manterrebbe la gratuità introducendo una tariffa di frequenza – scrive l’associazione – È un gioco di parole ipocrita“.
“Sindacati e amministrazione non sono stati capaci di ascoltare i genitori delle scuole dell’infanzia – prosegue la nota – che nell’assemblea convocata all’ultimo momento dall’assessore Pillati con i presidenti dei comitati di gestione di nidi e infanzia hanno detto chiaramente che non accettano che considerazioni economiciste calpestino il principio fondante della scuola pubblica ovvero che è aperta a tutti e quindi gratuita ai sensi dell’art. 34 c. 1 della Costituzione”.

Scuola e Costituzione, inoltre, fa sapere di voler valutare attentamente le modifiche alla delibera che verranno proposte oggi, a partire dalla valutazione di come faranno a mantenere la promessa che non cambieranno i costi anche per i genitori che non fanno mangiare i figli a scuola e continuerà a sostenere con ogni strumento la battaglia dei genitori e dei cittadini bolognesi per la scuola pubblica gratuita, garanzia di uguaglianza, libertà e democrazia. A partire dalle 1500 firme raccolte in 24 ore alla petizione “La scuola dell’infanzia comunale deve rimanere gratuita per tutti”.

ASCOLTA L’INTERVISTA A VILMA FABBIANI DI SGB: