Cosa darei per poter avere un Big Jim dalle somiglianze di Mark Lanegan, con tanto di asta e microfono incorporato.

Mark Lanegan: la nostra recensione

Sarei orgoglioso di poter far giocare i miei ipotetici bambini con il Lanegan grunge di una verntina di anni fa, o il Lanegan insieme a Barbie Campbell piu’ attuale ed infine il Lanegan da teatro, visto ieri con tanto di occhiali e giacca di pelle marrone. A parte gli scherzi Mark Lanegan e’ un personaggio che seguo dai tempi degli Screaming Trees, e ha saputo regalarmi delle canzoni splendide.

Il concerto di ieri e’ una successiva dimostrazione della versatilita’ di Mr Lanegan. Impegnato nella promozione di due album, Black Pudding con Duke Garwood e il suo Imitations di cover, Lanegan non ha dimenticato alcuni pezzi della sua immensa discografia. Cosi’ il concerto si apre con When Your Number Isn’t Up di Bubblegum a cui segue una Gravedigger’s Song molto tagliente, in cui personalmente sento pero’ la mancanza della batteria, ma va bene cosi’.

La scaletta verte poi sulle canzoni estratte da Black Pudding; un album che pur essendo di alto livello tecnico non ha saputo essere troppo coinvolgente. Posso dire che il concerto ha una discreta impennata quando si passa da Black Pudding alle tracce di Imitations. Il verso di Frank ‘ I close my eyes and i see Pretty Colors’ mi ha accompagnato tutta la notte; Mack the Knife di Bertolt Brecht e resa celebre da Louis Amstrong e’ stata eseguita solo chitarra e voce, ogni altro strumento sarebbe stato eccessivo. Make one dream come true, cause You Only Live Twice e’ un suggerimento che viene da Nancy Sinatra e che porto a casa, ma personalmente Lanegan raggiunge l’ apice con Solitaire di Neil Sedaka. E’ in questa canzone che la voce baritonale di Mark riesce a raggiungere le note piu’ alte, come quando 20 anni fa cantava nei grandi Screaming Trees.

Il teatro Duse accoglie poi con una grande ovazione Satellite of Love di Lou Reed per tornare indietro negli anni con la successiva On Jesus Program.Il concerto si chiude con una perla targata Screaming Trees, ovvero Halo of Ashes (eseguita solo voce e chitarra), che mi riporta indietro di una ventina di anni al Velvet di Rimini dove per la prima volta mi avvicinai alla voce di Lanegan. Che dire Man….continua a renderci felici, cause we only live twice.

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