Il secondo giorno il sole splende su Berlino. Ci sono trenta gradi, in barba a quello che ci si aspetta dalla capitale tedesca. Dopo i concerti del primo giorno l’obiettivo del day 2 a Lollapalooza è esplorare tutta quella grande fetta di festival che abbiamo bonariamente schivato la giornata precedente.

Con il sole che batte a picco su Olympiastadion e su Olympiapark le porte del Lollapalooza si aprono presto, alle 10.30 del mattino, ma diciamoci la verità: noi siamo andati più tardi. Da plan abbiamo però scoperto che il sunday morning tedesco prevedeva una lezione di yoga e alcuni concerti per scaldarsi un po’ in vista del fitto programma. Come il giorno precedente la programmazione di 12 ore non prevedeva punti morti o momenti in cui guardarsi intorno spaesati: cinque palchi sempre attivi, attivissimi. Cinque e mezzo a dire il vero, calcolando anche il Kidzapalooza. Impossibile non tornare bambini almeno un pochino, il giusto necessario per inerpicarsi lungo il percorso che, attraversando un piccolo parco, portava ad un festival taglia xs. Piccole tende con giochi sparsi intorno e un delizioso minuscolo “main stage” dedicato ai concerti di musica pensata per i più piccoli, ma non solo: un’area meditazione, due punti riservati alle esibizioni di circo, una pista per un rally in miniatura. A tantissimi piccoli sorridenti che scorrazzavano tra adulti e ragazzi stesi a rilassarsi e prendere il sole.

Uscendo dal Kidzapalooza però la vista è spettacolare. Rifacendo il percorso al contrario si arriva alle spalle della grande ruota panoramica che svetta sul parco assolato. Sotto, una marea di persone pronte per tutti i live del main stage e sullo sfondo lo statuario stadio che già balla a ritmo dei primi live: sul Perry stage si son già esibiti Smiie, Danny Avila e San Holo.

Al nostro arrivo sui palchi principali ci son già stati vari interessantissimi artisti come Giant Rooks, Clairo o Alexis Taylor. Noi arriviamo in tempo per sentire gli ulimi pezzi del soul di Rag ‘n Bone Man. Il sole cocente non aiuta e la zona del festival è ancora in fase di riempimento. Sull’Alternative Stage stanno chiudendo la loro esibizione i britannici Wolf Alice.

È l’ora della bellissima e anche talentuosa Dua Lipa, che grazie al singoli cantati a squarciagola dalla platea mette bene in chiaro che la carriera da modella non è l’unica prevista per lei. Come in quasi tutti i live dei due main stage la scenografia è spettacolare e regge un’esibizione forse non troppo facile da digerire vista l’ora e il gran caldo. Dopo avere ascoltato un po’ di hip hop autoctono con i Freundeskreis, abbiamo deciso di spostarci di nuovo al Main 1 per un po’ di rock nostalgico. A salire sul palco tocca a Liam Gallagher. Pochi fronzoli per l’ex Oasis, quasi nulla di scenografico che forse avrebbe aiutato a sentire meno le stonature di alcuni pezzi. Sempre minimale nel rapporto col pubblico e poco sorridente Liam canta insieme a tutto il pubblico pezzi nuovi e vecchi. Il pubblico va ovviamente in delirio per i pezzi degli Oasis come Supernova Champagne o Some might say.

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