Dopo l’accelerazione sulla riforma del sistema elettorale, impressa da Matteo Renzi la settimana scorsa, Davide Policastro, analista politico, ai nostri microfoni, ci aiuta a capire meglio cosa comportino i sistemi proposti.

Il segretario Pd Matteo Renzi nei giorni passati ha lanciato le sue tre proposte per una nuova legge elettorale. Il terreno, minato, sul quale Renzi ha proposto di confrontarsi a tutte le forze politiche, ha una connotazione marcatamente bipolare, almeno in due dei tre sistemi proposti.

I tre sistemi elettorali messi sul piatto sono: il Mattarellum (corretto), il cosiddetto “Sindaco d’Italia” e l’Ispanico (corretto).

Il Mattarellum corretto, che nella sua versione originale vedeva il 75% dei seggi assegnati con il maggioritario ed il 25% con il proporzionale, presentarebbe un’ulteriore virata verso il maggioritario. Del 25% proporzionale, infatti, il 15% diventerebbe un  premio di maggioranza per la coalizione che ha preso più voti, con il restante 10% da assegnare su base proporzionale. “Fondamentalmente è un sistema che favorisce i candidati delle forze politiche più ampie” spiega Davide Policastro, di You Trend.

“La proposta del “Sindaco d’Italia” è la più fumosa e, da un certo punto di vista, la più drastica.”afferma Policastro. E’ un sistema a doppio turno: le due coalizioni che prendono più voti vanno al secondo turno e, chi vince, prende il 60% dei seggi.  “Il premio di maggioranza, sarebbe ancora più consistente di quello che c’è con il Porcellum -dice l’analista politico- servirebbe, in un’ottica bipolare, a dare una rappresentazione  dell’orientamento generale dell’elettorale.” Il M5S si è già schierato contro questa proposta, perchè escluderebbe la logica tripolare, come uscita dalle urne nelle ultime elezioni politiche.

L‘Ispanico (proporzionale) invece, presenta alcuni correttivi rispetto al sistema spagnolo. Viene esplicitata una soglia di sbarramento al 5%, ed esiste un premio di maggioranza. “Il grosso problema è che, da quanto detto da Renzi, non si sa se ci sono liste bloccate o preferenze” considera Policastro.”A differenza degli altri due, questo sistema elettorale riesce parzialmente a tutelare forze diffuse sul territorio, ma che non hanno centri molto forti, dove prendono picchi del 30-40%, come, ad esempio il M5S” conclude l’analista.