Il centro sociale di via Fioravanti fa il punto sulle trattative con l’Amministrazione per un nuovo spazio. Da un lato gli attivisti denunciano un “uso indiretto della ruspa salviniana”, che viene evocata dal Comune per tentare di indurre ad un accordo. Dall’altro i tre spazi proposti sono ritenuti inadeguati dal centro sociale.

Suona come una bocciatura sia nel merito che nel metodo la risposta di Xm24 alle proposte di spazi alternativi avanzate dall’Amministrazione comunale per fare in modo che attiviste e attivisti lascino via Fioravanti 24.
In un comunicato il centro sociale racconta pubblicamente, come ha scelto di fare da quando il Comune ha deciso di non rinnovare la convenzione, l’avanzamento delle trattative, mentre fra pochi giorni si raggiungeranno i due anni di quella che formalmente è diventata un’occupazione.

Nel metodo Xm24 denuncia un “uso indiretto della ruspa salviniana“. Tutto nasce, sottolinea il centro sociale, dagli scontri interni al Partito Democratico, che sembra aver trovato una quadra sul fatto che il centro sociale debba andarsene da dov’è ora. Dove, però, non è ancora certo ma – si legge nel comunicato – “Si parla di sgombero, lasciando intendere che la trattativa con il Comune è l’unico argine alle ruspe salviniane. Ovvero: si usa la ruspa salviniana per presentarsi come improbabili ‘salvatori’ di Xm24, facendo quindi un uso indiretto della ruspa”.

Sempre sul metodo, il centro sociale sottolinea che le proposte non sono state avanzate direttamente ad attiviste ed attivisti del centro sociale, ma a “fantomatiche ‘assemblee territoriali’ che verranno convocate dal Comune stesso. Al termine di queste ‘assemblee territoriali’ sarà comunque l’Amministrazione comunale a decidere a chi assegnare gli spazi. Si tratta quindi di una trovata per tenere le mani libere riguardo alle singole assegnazioni, fingendo però che le decisioni siano prese da assemblee territoriali”.

Nel merito, le possibili soluzioni individuate vengono giudicate “palesemente inadeguate ad accogliere anche solo una parte delle attività di Xm24 che, al contrario di quanto ci viene continuamente intimato, non sono in alcun modo spacchettabili”.
In particolare, gli spazi alternativi sono tre: uno spazio attiguo all’attuale sede, in via Fioravanti 22, la “centrale del latte” che è “chiaramente inagibile” e un capannone in zona industriale a 500 metri da Fico.

Per quanto riguarda la prima soluzione, il centro sociale sottolinea che si tratta di poche stanze, “luogo già un tempo rianimato da Xm24 ma al limite complementare al civico 24, non certo sostitutivo”.
La seconda ipotesi viene descritta così: “Pochi metri quadri in più del precedente, un’aiuola intorno, e soprattutto qualche albero che spunta dal tetto. L’aspetto è complessivamente così pericolante che leggenda urbana narra che l’assessore Lepore, avvicinatosi, abbia detto: ‘Io lì non ci entro!'”.
La terza ipotesi viene presa come una provocazione, al punto che attiviste e attivisti si domandano: “Che l’amministrazione stia provando a rivitalizzare la zona desertificata dal parco tematico cercando di mandarci Xm24, in confino volontario? Con Farinetti come vicino di casa?”.

Se tre sono al momento le proposte, tre sono anche le strade che il centro sociale annuncia di voler percorrere.
La prima è un invito al Comune a formulare altre ipotesi. La seconda è una rete con altre realtà per boicottare il meccanismo dei bandi e della competizione “meritocratica” ad esso connessa.
Il terzo è un percorso dal basso, allargato, per rimettere al centro gli spazi di socialità autogestiti e sottratti al profitto.

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