La Rete dei Comunisti organizza un dibattito con Sandro Mezzadra e Sergio Cararo per discutere del futuro della città di Bologna e opporsi ai modelli metropolitani dei poteri forti politici ed economici.

“Le mani sulla metropoli”. È questo il titolo dell’iniziativa organizzata per quest’oggi dalla Rete dei Comunisti di Bologna. Alle 21 presso il Costarena, in via Azzo Gardino 48, Sergio Cararo della Rete dei Comunisti e Sandro Mezzadra, docente di Filosofia Politica, si confronteranno sul disegno che i poteri forti hanno per la città di Bologna.
“In realtà questo è un primo incontro per proporre un’inchiesta su questo tema – spiega Carlos Venturi della Rete dei Comunisti – Mentre per città come Roma i progetti sono già definiti, per Bologna ancora non c’è un disegno definitivo”.

La riflessione si incentrerà sul ruolo e sulla vocazione che la nostra città avrà dopo la crisi e su quali aspetti farà leva per affrontare la competizione globale.
“I poteri forti bolognesi, ovvero il Partito Democratico ed alcune aziende – spiega Carlos – vogliono disegnare una città senza conflitto sociale. Non a caso i centri sociali vengono espulsi dalla città e le università decentrate”. Un’ipotesi che non piace alla Rete dei Comunisti, che ora tenta di studiare quello che potrebbe essere, per poi proporre una proposta alternativa.

“Il passo successivo che occorre compiere – conclude Venturi – è quello di comprendere che singoli provvedimenti, legati tra loro da un filo rosso, producono effetti sulla cittadinanza. Ad esempio il People Mover (che forse non si farà), è un’opera inutile che provocherà disagi ai cittadini. Così come il modello di sussidiarietà che porta al finanziamento delle scuole paritarie porterà chi non può permettersi di pagare le rette delle private ad essere espulso dalla città e cercare altrove”.