Una manifestazione in piazza XX settembre e un’assemblea. Così le lavoratrici della Perla protestano contro i licenziamenti. 309 i posti a rischio.

Le lavoratrici della Perla, nota azienda dell’intimo made in Italy scendono in piazza. Non sono disponibili a cedere alle richieste della proprietà per un ulteriore ridimensionamento e la messa in mobilità di 309 dipendenti. Un no secco quello giunto dal corteo che nel primo pomeriggio di oggi, da piazza XX settembre, nei pressi della stazione, si è mosso verso piazza dell’Unità. Le bandiere del tessile Cgil Cisl e Uil hanno sfilato con le centinaia di lavoratrici, fra manifesti e slogan per il “diritto al lavoro” come sancito dall’ “articolo 1 della Costituzione”. “Sarò io il prossimo esubero?” gridano i cartelli, “Il lavoro è un diritto e noi vogliamo esercitarlo qui.” Un chiaro appello alle Istituzioni affinché comprendano la gravità della situazione: un’emorragia di posti di lavoro che il nostro territorio non si può permettere – tuonano i sindacati.

Un ulteriore colpo al sistema produttivo, con ricadute anche sull’indotto. Se cediamo quote di mercato anche sulla moda, nelle produzioni del lusso, cosa rimarrà della tanto decantata imprenditoria italiana? Fra le lavoratrici, dopo anni di cassa integrazione si sente lo sconforto, ma a vincere è la tenacia per difendere una produzione di qualità, un’azienda a cui in molte hanno regalato decenni di vita. Proprio la consapevolezza del “saper fare” e del valore del marchio le ha portate in piazza. E costrette ad accusare la proprietà per gli errori e gli attendismi del passato: “Un’unica certezza: i dirigenti restano al loro posto”, “Noi con le spalle al muro”– si legge sui manifesti. Dello stesso parere il segretario della Filctem-Cgil Giacomo Stagni: “Per il rilancio dell’azienda servono investimenti e puntare sulle professionalità, un’altra via non esiste. Oggi vogliamo parlare alla città, affinché si prenda atto del problema sociale che rischia di aprirsi”.

Angelica Erta