Ieri in consiglio regionale Roberto Sconciaforni ha presentato un’interrogazione sulla vicenda dei lavoratori Saeco. I sindacati hanno già sottolineato come con il ricorso agli ammortizzatori sociali la situazione potrebbe rientrare ma i vertici aziendali non hanno ancora cambiato i propri piani.

L’azienda, leader nel campo delle macchine da caffè espresso per uso domestico, ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di chiudere uno degli stabilimenti di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, e di trasferire i lavoratori in altre strutture del territorio, motivando la decisione con una previsione del calo di produzione per il 2013 del 23%

Tutto ciò creerà 10 esuberi tra i lavoratori a cui se ne aggiungerebbero altri 60 per il calo di produzione. Inoltre pochi giorni fa alcune mobilitazioni fuori dalla sede avevano attirato l’attenzione sul caso di una delle lavoratrici che la dirigenza di SAECO ha inoltre deciso di licenziare. A causa di un trapianto e del successivo difficile decorso, la donna aveva superato i 365 giorni di malattia in tre anni. I vertici hanno deciso di procedere con il licenziamento senza consultazione e dopo ventisei anni di servizio.

Le forze sindacali hanno sottolineato la possibilità di evitare i licenziamenti con il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma da parte dei vertici ancora c’è il silenzio.

L’intenzione dell’interrogazione del consigliere della Federazione della Sinistra ha lo scopo di attirare l’attenzione di tutte le parti sociali coinvolte nella vicenda, sindacati, vertici aziendali e istituzioni.

“Perché è la volontà di licenziare che porta ai licenziamenti: se ci fossero degli impegni da parte di tutte queste realtà si potrebbero sempre trovare delle soluzioni alternative, che non vengono ricercate perché non lo si vuole fare” ha concluso il consigliere regionale.