Più della metà dei lavoratori sarebbe favorevole a lavorare un giorno in meno a settimana con una piccola penalizzazione sul salario. L’Altra Emilia Romagna presenta i risultati di un sondaggio sul progetto di legge per la solidarietà espansiva, ribatezzato “Lavorare meno, lavorare tutti”.

La maggioranza dei lavoratori, il 55%, soprattutto giovane e laureata, si è mostrata favorevole alla possibilità di poter beneficiare di quattro giornate libere dal lavoro in più al mese e il 73% giudica molto positivo l’effetto che avrebbe sull’occupazione in generale.
Sono questi i dati emersi dalla ricerca statistica promossa da L’Altra Emilia Romagna e rivolta ai lavoratori dipendenti, con contratto a tempo pieno e a tempo indeterminato, dell’Emilia Romagna.

Lo scopo della ricerca era verificare l’appetibilità o meno delle misure di riassorbimento della disoccupazione grazie alla promozione di contratti di solidarietà espansiva, che prevedono la riduzione dell’orario di lavoro (con lieve riduzione di salario) a chi è già occupato, permettendo al contempo alle aziende di assumere nuovo personale, il tutto con incentivi pubblici.
Misure che sono al centro di un progetto di legge del capogruppo in regione, il giuslavorista Piergiovanni Alleva.

In Emilia Romagna ci sono circa 2 milioni di lavoratori dipendenti e i disoccupati sono  circa 160mila, per un terzo giovani. La solidarietà espansiva, secondo Alleva, sarebbe capace di porre rimedio alla situazione, favorendo l’immediata crescita di occupazione e aumentando al contempo la qualità della vita dei lavoratori coinvolti.
Non mancano però le obiezioni al progetto: il problema della reversibilità rispetto alla rinuncia alla compensazione che la diminuzione del monte ore comporterebbe. Un’altra diffusa preoccupazione riguarda le conseguenze pensionistiche della riduzione dell’orario di lavoro.

Ora Alleva presenterà il progetto al presidente della Regione Stefano Bonacini e si dice disposto a “cederlo” alla maggioranza affinché venga approvato.
Oltre allo scoglio dell’Assemblea legislativa, però, sarebbero cruciali i contratti aziendali: aziende e sindacati dovrebbero impegnarsi in una campagna di contrattazione per rendere effettiva la possibilità di creare lavoro attraverso la riduzione dell’orario di chi già ha un impiego.
“Mi auguro si crei consenso politico intorno a questo progetto – osserva Alleva – favorendo l’apertura al dialogo con i sindacati e con il vescovo Zuppi già dimostratosi attento e vicino a queste vicende e dinamiche”.

Edoardo Martelli