La street art come pratica difensiva contro lo sventramento di un quartiere. E quando le Amministrazioni pubbliche non possono più reprimere gli street artists, cercano di cavalcare le opere. Il reportage da San Berillo, quartiere di Catania. GUARDA LE FOTO

Era il 2010 e Maurizio, artista, dipingeva la porta di casa sua utilizzando l’arte come difesa. Cinque anni dopo il collettivo siciliano Res Pubblica Temporanea dà vita al progetto Red Line Distreet, con l’intento di denunciare quello che sta succedendo allo storico quartiere di San Berillo.

Eppure la questione ha origini lontane, infatti è già dal 1957 che l’allora sindaco Luigi La Ferlita attuò il piano di sventramento del quartiere. Nel 2004 ci riprova Umberto Scapagnini, sindaco di Catania e medico di Silvio Berlusconi, a eliminare un quartiere etichettato “degradato” e famoso per la prostituzione. Fino ad arrivare al 2015 con la missione politica ed edilizia di Corso Martire della Libertà per collegare il mare al centro. San Berillo quindi agli occhi delle amministrazioni comunali diventa scomodo per i suoi abitanti ma comodo per la sua posizione.

Il Collettivo Res Pubblica Temporanea ha portato l’arte tra queste porte murate, e oltre a loro si sono uniti moltissimi altri artisti tra i quali anche i reggiani del collettivo FX. Quello che sono riusciti a fare questi ragazzi, non è un “museo a cielo aperto” ma hanno portato colore, impegno e passione tra le strade di San Berillo.

Noemi Pulvirenti