350 alberi abbattuti dal 2007 ad oggi a Casalecchio senza che siano stati ripiantumati, come invece previsto dal regolamento comunale. È la denuncia che Legambiente muove all’Amministrazione e che ha portato gli ambientalisti a praticare lo “sciopero bianco”.

Casalecchio: La protesta di Legambiente

350 alberi abbattuti in sei anni, alcuni secolari e tutti in buona salute, per fare posto ad insediamenti urbani che non sono mai partiti e soprattutto senza che venisse rispettato il regolamento comunale sul verde urbano del Comune di Casalecchio, che impone che ad ogni pianta abbattuta ne vengano ripiantumate altre tre.
È quanto denuncia il circolo Setta-Samoggia-Reno di Legambiente, che è ai ferri corti con l’Amministrazione, al punto da aver proclamato uno sciopero bianco, ovvero la sospensione di tutte le attività che l’associazione ambientalista svolge di concerto con le istituzioni.

“Continueremo a scioperare – spiega ai nostri microfoni Claudio Corticelli di Legambiente – finché non ci sarà un piano scritto di ripiantumazione, la delibera comunale, la determina tecnica e il primo buco per far posto alla pianta”.
Secondo i calcoli dell’associazione, sono almeno mille gli alberi che dovrebbero essere ripiantati, a fronte degli abbattimenti avvenuti. Abbattimenti non sempre legali, dal momento che sono stati effettuati verbali per sanzioni di un importo complessivo di 28mila euro. “Soldi che sono già nelle casse comunali – sostiene Corticelli – ma sindaco ed assessore continuano ad indire riunioni in cui non si discute di nulla e, soprattutto, non si vede un piano concreto”.

Legambente ha individuato quattro aree in cui si sono registrate le “vittime” delle motoseghe: l’ex Enea, l’ex Pedretti, l’ex Sapaba e il parco Rodari. Zone dove devono sorgere insediamenti, pubblici o privati, ma dove anche a causa della crisi il mattone si è fermato.
“Nel parco Rodari, dove deve sorgere la Casa della Salute – insiste Corticelli – è stato tagliato tutto quando ciò poteva essere evitato costruendo in un’altra area del parco stesso”.
Gli ambientalisti chiedono dunque un piano di insediamenti più ragionato ed in armonia col territorio e il ripristino degli alberi abbattuti.