Criticano i sindacati per non aver fatto abbastanza, si sono ritrovati su Facebook dove il movimento è cresciuto tantissimo in poco tempo e ora si ritrovano a Milano per un’assemblea. Sono le “Rsu contro la Riforma Fornero” che si battono contro una legge che ha bloccato il mercato del lavoro.

Se la stampa ha dato molto risalto ai Forconi, che ieri hanno registrato un clamoroso flop a Roma, quasi nel totale silenzio invece si è formato ed è cresciuto velocemente un movimento autorganizzato, composto da rappresentanti sindacali di qualunque sigla. Si tratta delle “Rsu contro la Riforma Fornero“, un gruppo di delegati che, critico nei confronti della morbidezza dei sindacati e dell’appoggio che i partiti hanno dato – votandola – alla Riforma Fornero, ha iniziato a confrontarsi, dando anche vita ad una pagina Facebook.

Il successo, sul social network, è stato rapido e imprevisto: in pochissimo tempo i contatti e le adesioni hanno raggiunto quota 250mila e la partecipazione si è estesa a tante zone del territorio nazionale.
Dopo una prima assemblea fisica nel novembre scorso, ora le Rsu si danno appuntamento domani a Milano, alle 11 nella sala della Provincia del capoluogo lombardo, dove condivideranno i contenuti della protesta e decideranno un percorso di mobilitazioni territoriali contro l’odiata legge.

“La Riforma Fornero ha bloccato il mercato del lavoro in Italia – spiega ai nostri microfoni Augustin Breda, portavoce del movimento – Non permettendo ai lavoratori più anziani di andare in pensione e a quelli più giovani di essere assunti, di fatto si sta impedendo che il nostro Paese esca dalla crisi”.
Oltre al tema lavorativo, il movimento pone l’accento anche sulla questione previdenziale, in particolare sulla situazione dei giovani che, semmai percepiranno una pensione, questa rischia di non essere sufficiente per vivere.

La critica delle Rsu, che provengono da ogni sigla sindacale, sono fortemente critici nei confronti degli stessi sindacati. “Le organizzazioni sindacali, dopo aver contestato la Riforma Fornero prima dell’approvazione, si sono invece fermati una volta che è entrata in vigore”, spiega Breda. E a Susanna Camusso, che qualche giorno fa osservava come occorresse trovare forme di protesta nuove, dopo la partecipazione deludente agli scioperi generali, Breda risponde che è il percorso che conta: “Se lo sciopero viene proclamato per ragioni non calate dall’altro e discusse solo nelle segreterie, ma attraverso percorsi di condivisione con i lavoratori, le agitazioni funzionano”.