Fiom delusa dall’incontro tra Governo e Fiat. Airaudo: “Marchionne sta temporeggiando per lasciare l’Italia il prima possibile”. L’ad torna a lamentare presunte “zavorre”. Mercoledì incontro Fornero-parti sociali.

Che i metalmeccanici Cgil non si aspettassero nulla di buono dall’incontro di sabato scorso tra Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, e il governo era noto. Il risultato del tavolo, però, secondo la Fiom è ancor più deludente. “Basta leggere il comunicato congiunto – osserva Giorgio Airaudo della segreteria nazionale della Fiom – nel quale non c’è alcun impegno concreto per il Paese. Non c’è scritto quali prodotti verranno realizzati in Italia fino al 2014, non c’è scritto quanti investimenti farà l’azienda e soprattutto quando”.

Una strategia, quella di Fiat, che secondo il sindacalista altro non è che un tentativo di prendere tempo per trovare il pretesto giusto per lasciare l’Italia.
In questo senso andrebbe la nuova dichiarazione di Marchionne, che oggi è tornato a chiedere al governo di eliminare le “zavorre” per consentire all’azienda di restare nel nostro Paese.
“Non so di quali zavorre parli Marchionne – si domanda Airaudo – Parla degli aiuti che ha sempre ricevuto dai governi italiani? O forse della disponibilità che i lavoratori hanno sempre dato?”.

Il sindacalista, però, non trascura nemmeno il ruolo del governo. Secondo la Fiom, infatti, l’esecutivo dovrebbe chiedere a Fiat di anticipare dei modelli, di fare degli investimenti, di liberare un po’ di liquidità per consentire occupazione e posti di lavoro e di battersi sul mercato. Un’altra opzione potrebbe essere quella di discutere su quante risorse si possono recuperare dalla Cassa Depositi e Prestiti e, prestando del denaro a Fiat, pretendere la resituzione con un tasso di interesse del 9-11%, come avvenuto negli Stati Uniti con l’amministrazione Obama.
Con queste proposte il sindacato si presenterà al tavolo con il ministro al Welfare Elsa Fornero, convocato per mercoledì prossimo.

Altro nodo cruciale è quello dell’innovazione, su cui Fiat è indietro anni luce. “Tutte le altre case automobilistiche – ricorda Airaudo – hanno almeno un modello ibrido per il mercato europeo, Fiat è l’unica a non averne. Questo è un altro segnale di come Marchionne e l’azionista di maggioranza, ovvero la famiglia Agnelli-Elkann, in realtà stiano prendendo tempo per trovare il pretesto utile per andarsene dall’Italia il prima possibile”.