L’Azienda Usl di Bologna è stata apertamente criticata dal sindaco di S. Giovanni in Persiceto, Renato Mazzucca, per la colpevole inadempienza verso gli impegni presi per l’ospedale del Comune. Fp-Cgil si è subito associata, ricordando come da tempo cerchi di attirare l’attenzione sul problema.

Nel contesto dei tagli alla sanità – che in questa regione ammontano a 260 milioni di euro per quanto riguarda il 2013 – la strategia stabilita prevedeva, invece della chiusura dei centri più piccoli, la riorganizzazione dei servizi tra le strutture del territorio. In particolare l’ospedale di S. Giovanni in Persiceto avrebbe dovuto mantenere una vocazione prevalentemente riabilitativa, rafforzando il pronto soccorso e il day-hospital, e diventare un polo chirurgico a bassa e media complessità, contribuendo ad accorciare le liste di attesa per l’oculistica e l’ortopedia sul territorio bolognese.

La denuncia della Fp-Cgil, che si è andata ad aggiungere a quella mossa dal sindaco Mazzucca verso l’Usl di Bologna, riguarda il fatto che “ad oggi, nonostante gli impegni assunti in diverse sedi, i lavoratori e i sindacati non hanno ancora ricevuto alcuna informazione sull’organizzazione dell’ospedale”, mentre nel frattempo si è provveduto a “ridurre il numero dei lavoratori bloccando di fatto il turn over”. Una situazione che alimenta un clima di sfiducia e incertezza verso il futuro.

Come spiega Giuseppe Piarelli, responsabile sanità Cgil, “abbiamo avuto sollecitazioni del personale affinché si intervenisse perché alcune modifiche organizzative e strutturali dei servizi non erano state preventivamente illustrate”. In merito allo stato dei progetti in corso, secondo Piarelli “è stato fatto un buon lavoro sulla riabilitazione”, mentre “quello che bisogna fare è organizzare e potenziare il pronto soccorso, il day-hospital e i servizi chirurgici”. In tutto ciò deve essere però “fondamentale il coinvolgimento degli operatori”, dal momento che, aggiunge Piarelli “a volte c’è la sensazione che si chiamino gli operatori per applicare delle cose senza che il progetto sia stato presentato prima. Ciò crea problemi che certamente potrebbero essere evitati”.

Un ulteriore problema deriva della scarsità del personale: “Purtroppo in questi anni si sono perse centinaia di figure professionali di comparto, perché il taglio c’è stato, e a volte i progetti hanno bisogno, nella riorganizzazione, di essere supportati dal punto di vista delle unità di personale.”

Cgil punta il dito contro la Direzione generale dell’azienda, responsabile principale dell’inerzia di questi provvedimenti. “Bisogna che l’azienda, che è un ente amministrativo, faccia i passi perché quello che è stato concordato venga messo in campo.”

Pietro Gallina