Presentata oggi in Regione la quarta pubblicazione dei Quaderni di Statistica “Le donne in Emilia Romagna – edizione 2013”. Dati demografici, stato di salute, situazione occupazionale, livello di istruzione, partecipazione politica ma anche violenza subita: questi gli aspetti principali presi in analisi dalla ricerca.

Le condizioni sociali e lavorative della donna hanno dato vita, negli ultimi anni, ad ampie e approfondite ricerche. La fotografia fornita dai Quaderni di Statistica pubblicati dalla Regione Emilia Romagna, mostra un bilancio della situazione attuale delle donne, prendendo in considerazione tutte le fasce d’età, dall’adolescenza fino alla vecchiaia. E non manca un quadro puntuale anche sulla condizione delle donne straniere residenti sul territorio regionale.

Primo importante dato positivo fornito della ricerca è quello sul tasso di occupazione femminile: l’Emilia Romagna, infatti, raggiunge una media del 60,9%, superando perfino la media europea (58,5%).
Nonostante l’eccellenza di questo risultato, il tasso di occupazione femminile rimane ancora costantemente inferiore a quello maschile. A fronte di questo successo, non mancano però la componenti negative.
Secondo i dati raccolti, in Emilia Romagna la corposa presenza di anziani, in particolare tra la popolazione femminile, intacca in modo decisivo l’opportunità delle giovani donne di abbandonare il nucleo familiare e trovare un lavoro a tempo indeterminato. Questo perché la rete di sostegno nei confronti delle persone non completamente autosufficienti necessita di un contributo sempre maggiore, che quasi solo le donne sono disposte a fornire. L’Emilia Romagna raggiunge, a questo proposito, l’indice di vecchiaia più alto d’Europa.

L’edizione 2013 si compone di due volumi, per approfondire al meglio ogni aspetto della ricerca. Il secondo volume, quest’anno, si concentra in particolare sulla condizione delle giovani donne, tra opportunità e disuguaglianze. Lo sconfortante dato che emerge dalla ricerca indica che la doppia specificità dell’essere donna e giovane intacca le opportunità lavorative in modo irreversibile. L’essere giovani al primo posto.
In Emilia Romagna, tuttavia, la percentuale di Neet (giovani che non lavorano ne studiano) è inferiore alla media italiana (15,3% contro 22,7%) e alla media europea (15,4%).

Ma le cattive notizie non finiscono qui. La violenza sulle donne registra un continuo aumento, specialmente tra le mura domestiche. Negli ultimi due anni sono state quasi 50.000 le denuncie di violenza mosse dalle donne dell’Emilia Romagna. I dati mostrano come il fenomeno avvenga principalmente nelle aree più produttive e industrializzate del paese. Si può quindi ipotizzare una correlazione allarmante: quella tra emancipazione femminile e violenza di genere. La ricerca conferma, inoltre, il divario tra la condizione maschile e femminile. Per secoli, e forse ancora oggi, la donna è stata considerata responsabile della gestione familiare e dei conseguenti carichi di lavoro domestico. Nonostante oggi la situazione sia progredita verso una maggiore indipendenza, la popolazione femminile rimane intrappolata tra presunti obblighi e doveri: la conciliazione fra lavoro di cura e lavoro retribuito continua ad essere, infatti, il problema più rilevante per le donne occupate.

I dati forniti dai due volumi dei Quaderni di Statistica provengono interamente da fonti ufficiali: Istat, Eurostat, Ministero dell’Interno, Ministero della Sanità e Regione Emilia Romagna.

Giulia Maccaferri