Il 28 novembre Paolo Fresu in concerto con i MAOM (Musicisti Alternativi Oltre Misura), presso la sala Centofiori del Quartiere Navile.

Lo spettacolo-concerto è la conclusione del lavoro svolto con persone provienenti da misure alternative alla detenzione, come gli arresti domiciari, costituito da un laboratorio musicale e uno teatrale. Il 27 novembre i partecipanti seguiranno anche un seminario con Paolo Fresu, che, oltre a suonare con loro il giorno successivo, non ha fornito una mera partecipazione, ma ha condiviso l’intero progetto, nei suoi principi musicali, educativi e strutturali.

In continuità con la ricerca svolta da qualche anno dalla compagnia “I fiori blu” dell’associazione di promozione sociale Gruppo Elettrogeno, il lavoro è stato svolto su l’Antologia di Spoon River e gli sviluppi musicali che ne ha fornito Fabrizio De André. Un’unione di sperimentazione musicale e scrittura scenica collettiva, nella quale i testi di partenza sono stati assunti come contenitori di riferimenti per ogni singola esperienza umana.

I partecipanti ai laboratori sono in tutto dieci, tutti uomini, con età variabili dai 25 ai 57 anni e in molti casi con esperienze precedenti in campo teatrale e musicale. Hanno partecipato volontariamente al progetto, dimostrando una grande disponibilità e fiducia nelle finalità di questo lavoro. Provincia e Regione sostengono questa esperienza in quanto dimostra come sia possibile considerare il processo detentivo come globalizzante e non come mera segregazione.

Sebastiano Scollo, insieme a Roberto Bolelli, Daniela Capogreco, Massimo De Stefanis e Fabio Tricomi (che ha curato anche l’aspetto multiculturale, introducendo una sguardo sulla musica medio-orientale), nonostante i tempi esigui, è riuscito a far emergere dal gruppo la propensione al ritmo comune a tutti i partecipanti, che suoneranno quindi le percussioni. Il laboratorio teatrale,  condotto da Martina Palmieri e Marinella Lodi di Gruppo Elettrogeno, tramite la scrittura scenica collettiva dato forma a questa collina che è diventata “un luogo d’incontro artistico ma anche personale, tra storie molto dense e difficili ma che possono riguardare tutti”.

Alice Pelucchi