Renzi continua a diffondere dati sbagliati sull’occupazione ai tempi del Jobs Act, ma i dati Istat sono impietosi: l’occupazione ristagna. Nel frattempo la qualità del lavoro peggiora e, dopo l’abolizione dei voucher, dobbiamo attenderci un boom di lavoro a chiamata, stage, apprendistato e lavoro gratuito grazie all’alternanza scuola/lavoro. Le parole di Marta Fana.

Occupazione: la situazione ai tempi del Jobs Act

Domenica scorsa, in occasione del discorso dopo la vittoria alle primarie del Partito Democratico, il segretario Matteo Renzi è tornato a rivendicare i presunti meriti del Jobs Act, continuando a diffondere un dato sbagliato sui nuovi posti di lavoro generati dalla sua approvazione ad oggi.
Renzi ha sostenuto che, grazie alla legge sul lavoro, sono 711mila i nuovi occupati, ma verificando i dati Istat, come ha fatto l’agenzia Agi, si scopre che in realtà i nuovi occupati negli ultimi anni sono 300mila in meno, circa 440mila.

I dati diffusi dall’Istat lunedì scorso, del resto, dipingono un quadro molto meno roseo di quello che va ripetendo Renzi. Il tasso di disoccupazione a marzo risale all’11,7% con un aumento di 0,1 punti rispetto a febbraio e di 0,2 punti rispetto a marzo 2016. I disoccupati nel mese erano a quota 3,022 milioni con un aumento di 41.000 unità rispetto a febbraio e una crescita di 88.000 unità rispetto a marzo 2016. Cala, invece, la disoccupazione giovanile che si ferma al 34,1%, ma secondo l’economista Marta Fana ciò avviene per effetto di alcune misure, come Garanzia Giovani, e dell’apertura della stagione turistica.

Ad aumentare, in particolare, è l’occupazione a tempo determinato, cresciuta del 9% e ciò introduce il tema della qualità del lavoro, che negli ultimi anni è sensibilmente peggiorata. Oltre al tema della liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, altri fattori incidono sensibilmente sul peggioramento delle condizioni di chi già lavora.
Aboliti i voucher per scongiurare il referendum della Cgil, secondo Fana dobbiamo aspettarci un boom di utilizzo di strumenti di lavoro precario che cercheranno in qualche modo di sostituirli: dal lavoro a chiamata all’apprendistato, dagli stage fino al lavoro gratuito previsto dall’alternanza scuola lavoro della Buona Scuola.