Berlusconi a Porta a Porta ha rivendicato quanto fatto a L’Aquila nella fase del post terremoto. Ma come sta L’Aquila oggi? Risponde il Comitato 3e32.

Berlusconi ha partecipato alla trasmissione televisiva Porta a Porta e ha rivendicato quanto fatto a L’Aquila nella fase del post terremoto. La campagna elettorale è aperta e la città terremotata rischia di essere tirata nuovamente ‘dentro’ mentre attende ancora di essere ricostruita.

«In meno di 5 mesi abbiamo costruito case stupende, pronte su tutto, per quasi 30 mila abruzzesi», ha rivendicato con orgoglio Berlusconi parlando delle abitazioni del progetto C.a.s.e. che ormai da mesi, gli aquilani lo sanno bene, stanno dando non pochi problemi. La loro gestione è passata al Comune che deve occuparsi anche dei ‘rattoppi’ per le infiltrazioni d’acqua, umidità ma anche semplice consunzione dei materiali che sono “leggeri” come cartone pressato, legno, compensato.

«Ma presidente…a L’Aquila ci sono ancora le macerie…», gli hanno fatto notare criticamente i giornalisti presenti in studio (nel silenzio dell’aquilano Vespa). «Guardate cosa succede in Giappone, in Cina o in America (dopo un terremoto, ndr)… sono ancora nelle barecche», ha replicato. Ma il centro storico è ancora distrutto, gli hanno fatto notare.

«Deve restare così», ha replicato l’ex premier: «ora è un problema della Regione della città. Il Governo doveva risolvere con urgenza e lo ha fatto splendidamente. I cittadini sono rimasti nelle tende con aria condizionata e ogni servizio per pochissimi giorni, li abbiamo tutti allocati in alberghi e gli abbiamo consegnato le case, dato soldi per 12 mila ristrutturazioni».
«Sul centro storico», ha detto ancora, «hanno fatto vedere cittadini che volevano rimuovere le macerie…con il genio civile avevamo cominciato a rimuoverle poi il Consiglio comunale ci ha chiesto che la rimozione venisse affidata ad aziende abruzzesi come sostegno alla ripresa economica».

Berlusconi ha ribadito che il cuore dell’Aquila non ricomincerà a battere «prima di 10 anni» perché «a L’Aquila città, ogni edificio deve essere oggetto di indagini per dire se si più ristrutturare, o abbattere. Dovranno pensarci Comune de Regione, il Governo ha messo a disposizione i soldi, non deve fare di più».
Nessun accenno, però, agli altri risvolti critici che la città ha dovuto sopportare in questi anni: dalla restituzione delle tasse (che ha prodotto una vera e propria sommossa popolare) alle ordinanze calate dall’alto, alle spese ingenti per lo stesso progetto C.a.s.e, contestato non solo dal presidente Napolitano ma anche da analisti americani che hanno suggerito recentemente al governo statunitense di non copiare il modello aquilano.

Il Partito Democratico protesta per le parole di ieri sera dell’ex premier: «quanto detto è gravissimo. La reale situazione della nostra città sia sotto gli occhi di tutti. La ricostruzione dopo tre anni e mezzo ancora non è partita causata anche dal notevole ritardo nel passaggio di competenze agli enti locali che solo da pochi mesi hanno pieni poteri in materia. Nessun provvedimento è stato preso dal governo Berlusconi per risanare l’economia della nostra città e quotidianamente viviamo il rischio che imprese del nostro territorio siano costrette a chiudere. Non solo, siamo stati anche ingannati sullo strumento della zona franca che si è poi rivelato essere una bufala. Il centro storico è ancora zona rossa, presidiato dall’esercito nei suoi punti d’accesso».

Il Pd contesta, come fatto già negli anni scorsi, il racconto di una città «serena e tranquilla grazie all’operato del suo governo. Siamo stanchi di vedere sminuite le difficoltà del nostro territorio, di assistere ad una narrazione falsata e faziosa della nostra città. Berlusconi ha già arrecato notevoli danni alla nostra città, abbia quantomeno la decenza di tacere».

Fonte: PrimaDaNoi