Un bando del quartiere Santo Stefano impone ai collettivi del cassero di Santo Stefano di andarsene, dopo 15 anni di permanenza, in favore di altre associazioni. Domani assemblea al Baraccano. Le attiviste: “Decisione politica mascherata da un bando”.

I collettivi femministi, le associazioni gay e anarchiche e tutti i gruppi che dal 1998 hanno sede ad Atlantide, il cassero di porta Santo Stefano, sono in allarme. Un bando comunale, infatti, toglie loro l’assegnazione del posto in favore di altre associazioni: Xenia, Mondodonna ed Evoè.
Per questo hanno lanciato un appello, sottoscrivibile online (qui, qui e qui) ed hanno indetto per domani sera al Baraccano, sede del Quartiere, un’assemblea pubblica.

“La storia – racconta l’attivista Beatrice Busi ai nostri microfoni – comincia nel 2008, quando l’allora Giunta Cofferati avviò un riordino delle assegnazioni dei locali comunali in uso alle associazioni”. La minaccia reale, però, arrivò con il commissario Anna Maria Cancellieri, che emanò un bando, poi ritirato, che escludeva i collettivi presenti dai requisiti per usufruire dei locali.
La vicenda, però, è riesplosa dopo le feste natalizie, quando alle ragazze e ai ragazzi di Atlantide è arrivata la comunicazione che altre associazioni avevano vinto il bando e che, dunque, le realtà presenti da 15 anni devono andarsene.
“Ci sembrava che fosse cominciato un dialogo con il Quartiere – lamenta l’attivista – ma evidentemente non è così”.

“In realtà si tratta di una decisione politica mascherata da bando – sostiene Beatrice – dal momento che in graduatoria viene assegnato un punteggio bassissimo, solo 10 punti, per le esperienze e le attività pregresse”. E dunque per i collettivi che hanno sede al cassero di Santo Stefano la strada della mobilitazione è stata obbligata.
L’obiettivo non è quello di ottenere altri spazi, ma di restare lì: “Non si capisce perché, se ci sono altri spazi, dobbiamo andarcene noi che siamo lì da tempo e che abbiamo reso quel posto un punto di riferimento anche internazionale”.

Ad Atlantide finora hanno trovato casa Antagonismo Gay, Clitoristrix, Laboratorio Smaschieramenti, Quelle che non ci stanno e Nulla osta, impegnate a vario titolo in attività di sensibilizzazione sull’autonomia della donna, i diritti lgbtq e le produzioni musicali indipendenti.