Cgil, Cisl, Uil e Confindustria firmano un documento congiunto in cui criticano i tagli operati dal governo Letta per garantire la copertura dell’Imu. A farne le spese il fondo per l’occupazione, gli ispettori antievasione, la manutenzione ferroviaria e le energie rinnovabili.

Via l’Imu, ma è solo una maschera

250 milioni al fondo per l’occupazione, 300 alle energie rinnovabili, altri 300 alla manutenzione della rete ferroviaria a altri 20 milioni alle assunzioni di ispettori antievasione. Sono questi i principali tagli che garantiranno la copertura finanziaria per l’abolizione dell’Imu.
Oltre ai problemi di bilancio per i Comuni, quindi, la misura adottata dal governo Letta per soddisfare la promessa elettorale di Silvio Berlusconi va a colpire fasce sociali deboli come i disoccupati e taglia le gambe a settori strategici per la crescita, come l’efficienza energetica o il trasporto ferroviario.

“Le iniziative promosse in questi giorni” dall’esecutivo Letta per assicurare la governabilità “hanno però sottratto per la loro realizzazione risorse che sarebbero state meglio impiegate per misure più efficaci per il rilancio delle imprese e il sostegno dei lavoratori”, si legge in un documento congiunto di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.
Una contrarietà, dunque, che mette d’accordo sia i lavoratori, sia le aziende che affrontano le conseguenze dirette di una crisi economica durissima e per la quale, nonostante l’ottimismo di alcuni ministri, non sembra esserci via d’uscita.

Critica, ovviamente, anche l’opposizione in Parlamento. “Il governo ha fatto una scelta sbagliata – afferma ai nostri microfoni il deputato di Sel Giorgio Airaudo – L’abolizione dell’Imu è alternativa e ostile alla creazione di posti di lavoro”.
Airaudo sottolinea poi come i benefici scaturiti dall’abolizione dell’imposta coinvolgano molti meno italiani rispetto alle risorse tagliate.
Il deputato, poi, non vuole sentire parlare di Service Tax. “Io voglio discutere di come creare occupazione e voglio farlo con la stessa energia con cui, da settimane, si discute dell’agibilità politica del pregiudicato Berlusconi”.