Il prossimo 27 maggio scade il bando europeo con il quale l’Istituzione Musei esternalizza tutte le attività connesse ai servizi museali. I 115 dipendenti comunali attualmente impiegati all’interno dei musei sono preoccupati per il loro futuro e, insieme alle rappresentanze sindacali, lamentano la mancanza di informazioni dell’Amministrazione comunale.

Le lavoratrici e i lavoratori comunali impiegati nell‘Istituzione Bologna Musei sono pronti a incrociare le braccia, e minacciano lo stato d’agitazione per protestare contro il bando con cui il Comune intende esternalizzare tutte le funzioni e le attività dei musei pubblici. Un bando arrivato “come un fulmine a ciel sereno”, senza che venisse comunicato in alcun modo ai lavoratori. “La cosa grave – spiega Carla Bertacci di Cub-Cobas – è che ci si è ritrovati con questo bando senza che venissero informati lavoratrici e lavoratori e i rappresentanti degli stessi”. Proprio per questo motivo è stato chiesto un incontro urgente con l’Amministrazione, che non ha però accolto la richiesta e ha proposto un incontro per il 23 maggio, quando la scadenza del bando è prevista pochi giorni dopo, il 27 (con un weekend di mezzo).

A preoccupare i lavoratori dei musei è il fatto che nel bando sono elencate una serie di “attività ausiliarie e complementari” che saranno oggetto di esternalizzazione totale alla ditta vincitrice dell’appalto. Il problema è che all’interno di queste attività compaiono praticamente tutte le funzioni e le attività fondamentali dei musei pubblici, tra cui l’allestimento di mostre, il controllo del patrimonio, la gestione e la conservazione di quest’ultimo, oltre alla gestione dei servizi bibliotecari e altro. Ma non è tutto: l’appalto prevede anche l’esternalizzazione completa di tutto il processo educativo nei musei, come la promozione e organizzazione dei percorsi didattici.

Un vero e proprio svuotamento delle funzioni dei 115 dipendenti pubblici impiegati all’interno dei musei, che per questo temono un demansionamento e sono pronti a fare ricorso. A sollevare dubbi è inoltre l’ammontare complessivo stanziato dal bando, di oltre 3 milioni di euro, che appare sovrastimato. Al riguardo, l’avvocato Mario Marcuz, che segue i lavoratori dell’Istituzione Musei, ha annunciato la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti per la verifica di possibili irregolarità contabili e finanziarie.

“Noi chiediamo di poter aver l’incontro quanto prima in modo da poter fare alcune verifiche – fa sapere Bertacci – fra cui l’importo del bando di 3 milioni di euro. Vogliamo che ci venga spiegata perché noi abbiamo dei dubbi. Soprattutto – continua – ci chiediamo cosa andranno a fare i 115 dipendenti in futuro, quando si vede dal bando che le loro mansioni verranno svolte da altri”.

“Ci siamo dati due-tre giorni di tempo, poi agiremo in altro modo con tutte le iniziative del caso, sindacali e anche legali”, annuncia Bertacci.

Andrea Perolino